tag:blogger.com,1999:blog-13943707894339193642024-02-19T08:10:59.260+01:00Ecco a voi il mio pensiero non quotidiano.EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-57497443178013071742020-03-25T23:38:00.000+01:002020-03-25T23:38:51.297+01:00titolotemporaneo.Ho interrotto. Mi sono interrotta. È successo qualche anno fa, e non lo so perché.<br />
Non c'è stato un vero motivo, forse <i>la solita solfa</i> di non portare a termine le cose in cui si crede perché si ha paura di non farcela. O forse la mancanza di interesse, di fiducia, di volontà.<br />
<br />
Non mi biasimo né mi giustifico. È andata com'è andata, ma siamo ancora qui.<br />
<br />
Vivi e a piede libero.<br />
<br />
In in una specie di <i>quarantena</i>, nel 2020, dopo averne passate tante, ma adesso ne abbiamo di fronte UNA che è davvero unica.<br />
<br />
Chi l'avrebbe mai detto, nel 2013. All'epoca ero giornalista, andavo alle manifestazioni contro la Terra dei Fuochi, avevo tanti dubbi e progetti ma non immaginavo che scrivere sarebbe stata la mia professione. Era solo una passione, che prendeva varie forme. Ho desiderato così tanto di farla diventare la mia quotidianità che sono diventata una "pubblicitaria". Una <i>social media marketer</i>.<br />
<br />
Oggi <i>sogno</i> di fare la copy e ho finalmente ripreso a scrivere PER ME e forse anche a <i>leggere</i>.<br />
<br />
In una settimana di marzo, con alle porte la primavera tanto bramata, dopo mesi di dubbi, paure, sogni, desideri. Con un bicchiere d'amaro accanto e una tastiera.<br />
<br />
Questo ticchettio mi sembra musica, il flusso di pensieri che finalmente diventa melodia.<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-19436482296513448072013-11-17T15:48:00.003+01:002017-07-11T15:19:12.067+02:00Contro il biocidio, la camorra, la politica e l'imprenditoria connivente, i roghi e i rifiuti tossici. Migliaia di persone protestano sotto la pioggia.<div>
<br /></div>
Napoli, 16 novembre 2013.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW8W-HgPejanNJy8qcGEmJTWklksEHw2FWo0lbcEdenqrkRT5EbOpND-xIkXEX06iu4SAfc_HnQmv4CdL3fiWCgArIwhKqy70eQN-_mH_wM5Skj0twUwupcdkuL4-sPY8SH5qzLDq38E8/s1600/1467190_537444176333758_1515260022_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW8W-HgPejanNJy8qcGEmJTWklksEHw2FWo0lbcEdenqrkRT5EbOpND-xIkXEX06iu4SAfc_HnQmv4CdL3fiWCgArIwhKqy70eQN-_mH_wM5Skj0twUwupcdkuL4-sPY8SH5qzLDq38E8/s1600/1467190_537444176333758_1515260022_n.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=537444176333758&set=a.521672834577559.1073741828.519094871502022&type=1" style="text-align: start;">post</a><span style="text-align: start;"> di </span><a href="https://www.facebook.com/fiumeinpienanapoli" style="text-align: start;">16Nov_Tutti in piazza a Napoli_Stop Biocidio</a><span style="text-align: start;">.</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Siamo un <b>#fiumeinpiena</b>, lo siamo stati e lo saremo.<br />
<br />
<ul>
<li>Orta di Atella - Caivano - 4 ottobre 2013</li>
<li>Macerata Campania - 26 ottobre 2013</li>
<li>Caserta - 9 novembre 2013 </li>
<li>Napoli - 16 novembre 2013</li>
</ul>
<br />
Queste sono solo alcune delle manifestazioni degli ultimi mesi, quelle a cui ho partecipato io e che posso in prima persona raccontare.<br />
<br />
Partendo dai paesini, dalla provincia dimenticata, si è arrivati prima alla <a href="https://www.facebook.com/ilmiopensierononquotidiano/posts/470410379744391" target="_blank"><b>città di Caserta</b> </a>e poi al capoluogo, a <b>Napoli</b>. Caserta mi ha davvero sorpreso: eravamo tanti, in un percorso breve, ma posso dire in vita mia di non aver mai visto tanta gente protestare nel piccolo centro della città.<br />
<br />
E' un segnale forte. E' segno che solo ripartendo dai <b>nostri territori</b> si può pensare di cambiare qualcosa. Verso un obiettivo comune e tramite una progettualità variegata, unendo tante forze diverse.<br />
<br />
Quello che vedo è un insieme di tante <b>voci differenti</b> unite verso uno scopo, al di là di quali siano stati gli ideali e pensieri politici, e questa cosa non mi spaventa ma mi rinfranca. Non è qualunquismo, non è rinunciare a se stessi, è <b>consapevolezza </b>che le diversità di vedute non siano necessariamente un problema quando la causa che ti porta a protestare è così grave e condivisa.<br />
<br />
In questo contesto le <b>associazioni</b> sono fondamentali per denunciare e proporre partendo dai propri territori. La manifestazione di ieri ha visto migliaia di persone sfilare, ma non è solo questo.<br />
Sono arrivate delle proposte, dei punti programmatici, non idee soltanto ma fatti concreti da poter attuare. Ora le <b>Istituzioni</b> devono ascoltare, capire, e provare a rispondere al nostro grido di aiuto.<br />
<br />
Dire "<i>se ne devono andare</i>" non basta, forse non serve. Devono cambiare, devono ripulirsi, bisogna capire quali siano le falle di questo sistema e ripararle. Bisogna fare <b>giustizia</b>, è necessario che chi ha sbagliato paghi. E non è vendetta, è necessità di fermare chi può ancora inquinare, devastare, mortificare un territorio uccidendo le persone che ci vivono senza remore alcuna.<br />
<br />
E noi dovremmo essere sempre lì a cercare di capire, a informarci, a commentare, a denunciare, a controllare. Questo il mio modesto auspicio.<br />
<br />
Qui tutte le proposte di cui si è parlato ieri alla fine del corteo a Piazza Pebliscito:<br />
<br />
<a href="http://www.fiumeinpiena.it/dwn/piattaforma%20_fiumeinpiena_16%20NOV.pdf">PIATTAFORMA #FIUMEINPIENA 16NOV.</a><br />
<br />
<br />
Luisa Ferrara<br />
<br />
<br />
<br />
<div id="fb-root">
</div>
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EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-87218908848425830902013-10-27T18:06:00.000+01:002013-10-27T18:35:27.476+01:00L'indifferenza che uccide. Quando sono i piccoli territori a svegliarsi, per me almeno, è doppia soddisfazione.<br />
<br />
I piccoli paesi spesso sono lontani dal clamore mediatico della grande città, vivono la loro quotidianità silenziosamente, disturbati ogni tanto da qualche evento di cronaca nera.<br />
<br />
E' più facile vedere migliaia di persone in piazza in una città come Napoli che qualche decina tra le strade di un paese di 10.000 abitanti.<br />
<br />
E quando vedi centinaia di persone percorrere quelle strade a testa alta, con rabbia e indignazione, cominci quasi a sentirti, per una volta, fiero della tua provenienza.<br />
<br />
E' vero, ci sono voluti anni, non era facile forse per tutti capire la complessità di meccanismi che nemmeno grandi giornalisti hanno capito, o peggio, provato a capire.<br />
<br />
I più informati forse sapevano già e si indignano e provavano a parlarne, a raccontare. Ma erano pochi, troppo pochi, e soli, molto soli. Siamo sempre stati soli. Questo è il problema.<br />
<br />
Quando ora i grandi media nazionali ci domandano prima dov'eravamo, credendo di fare una domanda scomoda e magari "regalarci", come se non bastasse, un po' di senso di colpa, provo molta rabbia.<br />
<br />
Provo molta rabbia perché c'è una parte della popolazione che ha sempre denunciato, una parte dei nostri giornalisti che ha sempre raccontato. Ma eravamo soli, erano tutti soli, snobbati, se non, isolati, che è ancora peggio.<br />
<br />
La domanda corretta è dov'erano le Istituzioni, dov'erano i rappresentanti locali, dov'erano le forze dell'ordine addette al controllo, dov'erano i Sindaci tanto bravi a bussarti nei mesi precedenti le elezioni e poi a volatilizzarsi a ogni problema del proprio Comune dietro un "Non ci compete".<br />
<br />
Dov'era la Provincia e dov'era la Regione.<br />
<br />
Possono i cittadini sostituirsi ai loro rappresentanti? No, non possono. Ma possono sceglierli, possono ribellarsi a un sistema che non accettano più. Possono rifiutarsi di sopportare ancora decenni di convivenza e connivenza tra politica corrotta e camorra, tra imprenditoria insana e malaffare.<br />
<br />
Possiamo cominciare ad alzare la voce, più siamo meglio è. Perché quando il numero aumenta, la protesta fa paura. E non importa se sia un prete a guidarla o a farne da portavoce. Quello che conta è che alla base ci sia finalmente gente comune pronta a mettersi in gioco. Persone che si informano, che nel loro piccolo fanno tutto quello che possono. Persone consapevoli, persone con il cervello acceso, persone pronte a cambiare le cose, che non hanno più paura. Ma c'è bisogno anche di competenze, di persone che si riuniscano i gruppi di lavoro, professionisti che mettano a disposizione le loro conoscenze, come medici, avvocati, geologi, biologi, agronomi e tanti altri.<br />
<br />
Servono ancora denunce, ricerche, dati e percentuali, per essere credibili e per essere ascoltati. Se lo Stato non ci ascolta ci dobbiamo far ascoltare mostrandoci più forti, più testardi, più agguerriti. Non ci facciamo fermare, non dividiamoci. Errori ne sono stati fatti e se ne faranno, ma non è mollando o con l'indifferenza che le cose si risolveranno.<br />
<br />
Antonio Gramsci scriveva:<i> "L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. (...) </i><i>L’indifferenza è il peso morto della storia. (...) Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"</i><br />
<div>
<br /></div>
Domandiamocelo e continuiamo ad alzare la testa.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://www.facebook.com/ilmiopensierononquotidiano/posts/460285860756843" target="_blank">QUI</a> altre foto della marcia.<br />
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Luisa Ferrara<br />
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EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-2258192100190399162013-10-05T11:11:00.001+02:002013-10-05T11:24:02.176+02:00Uno, tutti, migliaia. Eravamo migliaia e non centinaia, questo sicuro.<br />
<br />
In marcia silenziosamente, solo i cartelli a parlare. Ogni tanto qualche applauso o qualche coro: "Vergogna!".<br />
<br />
Bambini, anziani, mamme, papà, ragazzi... c'eravamo proprio tutti. Forse mai abbastanza.<br />
<br />
Che sia quella di oggi, assieme alle manifestazioni e alle iniziative degli ultimi giorni, il punto di partenza per una presa di coscienza collettiva.<br />
<br />
Che l'aggregazione ritorni a essere l'elemento alla base di ogni lotta.<br />
<br />
Che non si abbassino i riflettori, che ci sia un cambio di mentalità forte, che l'unità mostrata in questi giorni rimanga nel popolo campano a lungo, per sempre.<br />
<br />
Non bisogna mai smettere di fare domande, di volere spiegazioni, di controllare, di proporre, di denunciare.<br />
<br />
Tocca farlo ad ognuno di noi, ogni giorno.<br />
<br />
L'individualismo ha perso, e noi ne siamo la dimostrazione. Dobbiamo esserne la dimostrazione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0JtSuCZAVp8icRjHswn8NcQcYq9ZW8ymdUE352VPaJDH95oIeee0xiFu2z5GsOpDR9WSyjYuvlyyxh6irbq8_tCv6jTn0YObxnnJMSN75Sf9Rlj5-4cYuOo5AAhH1zzWx5bz2SotT0rY/s1600/DSC_0482.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0JtSuCZAVp8icRjHswn8NcQcYq9ZW8ymdUE352VPaJDH95oIeee0xiFu2z5GsOpDR9WSyjYuvlyyxh6irbq8_tCv6jTn0YObxnnJMSN75Sf9Rlj5-4cYuOo5AAhH1zzWx5bz2SotT0rY/s320/DSC_0482.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN9CE0lIvyXAlN_wnKIa3dComEI8UVlC2u8FgSzJ_drVY4LxIBdx9DSQOc5OjQy2STGLUKGYIkGiFoEb76MdLkoEAXjX-sRKFEAn0qTAhgLQ-V9VHU-FaoLl8rzqH7f-bf7Pvkm-QpmJo/s1600/DSC_0484.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN9CE0lIvyXAlN_wnKIa3dComEI8UVlC2u8FgSzJ_drVY4LxIBdx9DSQOc5OjQy2STGLUKGYIkGiFoEb76MdLkoEAXjX-sRKFEAn0qTAhgLQ-V9VHU-FaoLl8rzqH7f-bf7Pvkm-QpmJo/s320/DSC_0484.JPG" width="320" /></a></div>
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Clicca <a href="https://www.facebook.com/ilmiopensierononquotidiano/posts/448878121897617" target="_blank">QUI</a> per vedere altre foto della marcia.<br />
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Luisa Ferrara<br />
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<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-78605418710602688702013-09-29T14:11:00.001+02:002013-09-29T17:50:27.856+02:00Al punto di non ritorno.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm1av9zotItPIAf7uxEpOgNoRtbuYADyPEfbwwg7sQbB6f8ulcq-BVOnAbeA05wo5hN1g6y3RNmEVK7ItQNOm1b5QFdhJj4gJGB1hQpsKtG8p229Vf4cDOaf_Pb8Y4334dGq125tTP7YE/s1600/1240432_581985851864177_725572019_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm1av9zotItPIAf7uxEpOgNoRtbuYADyPEfbwwg7sQbB6f8ulcq-BVOnAbeA05wo5hN1g6y3RNmEVK7ItQNOm1b5QFdhJj4gJGB1hQpsKtG8p229Vf4cDOaf_Pb8Y4334dGq125tTP7YE/s400/1240432_581985851864177_725572019_n.jpg" width="400" /></a></div>
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Sono giorni tristi e di grande preoccupazione per ogni cittadino campano onesto. Non che non si sapesse in passato dell'inquinamento cui la nostra terra era stato sottoposto e obbligato, ma ora, in maniera così lampante, tutto esce fuori, i pezzi del puzzle cominciano a ricomporsi.<br />
<br />
I pentiti parlano, magari perché stanno candendo man mano le protezioni politiche che li facevano sentire sicuri (?), e cominciano a svelare addirittura i luoghi dove sono sotterrati i fusti di rifiuti industriali illeciti. Caivano, Casal di Principe, Santa Maria Capua Vetere sono sono alcune delle località interessate, uscite fuori dalle ultime dichiarazioni.<br />
<br />
E la paura sale, e lo sdegno si trasforma in ansia. E riprendi a contare i morti di cui hai sentito parlare, quelli della tua famiglia, pensi a chi ce l'ha fatta dopo mesi o anni di lotte e rivivi le paure che ti hanno accompagnato e ti accompagneranno tutta la vita, finché sarai qui, ma anche quando te ne sarai andata.<br />
<br />
Perché anche se un giorno te ne andrai, queste sono comunque le tue radici, questa è la tua terra, e saperla avvelenata e uccisa fa male, come se perdessi un pezzo d'infanzia, di vita, di speranza.<br />
<br />
E quindi non fai altro che leggere, cercare di capire, e leggere e chiedere, e indignarti, in un circolo infinito e senza punto di ritorno.<br />
<br />
E ti chiedi perché non ci sia ancora un Registro Tumori dopo anni di lotte di medici e gente comune.<br />
<br />
Ti chiedi come sia possibile un vuoto istituzionale così fragoroso, indecente, ridicolo, vergognoso.<br />
<br />
Ti chiedi cosa possiamo fare davvero, tutti noi comuni mortali, nel nostro piccolo, per cambiare le cose, per chiedere aiuto, per il rispetto della vita umana, della salute, dell'ambiente in cui viviamo.<br />
<br />
Ci hanno persino fatto sentire in colpa, dicendoci che i tumori ci vengono perché fumiamo, beviamo alcool e mangiamo cose grasse che ci fanno diventare obesi. Sì, hanno fatto persino questo.<br />
<br />
Non è così, e lo sanno bene. E sanno anche di più, sanno tante, troppe cose.<br />
<br />
Ma nessuno ha pagato ancora finora e chissà se pagherà. Chi? I politici coinvolti, collusi, conniventi. Gli "imprenditori" che hanno fatto accordi con i clan, e non solo quelli del Nord. I contadini che hanno concesso i loro terreni in cambio di soldi per nascondere i veleni. E tutti gli altri, tutti quelli che hanno mangiato al banchetto del far soldi, del far finta di nulla, dell'indifferenza, della bella faccia a cattivo gioco.<br />
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E sono tanti. E avessero almeno la decenza di tacere. E invece no.<br />
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<b>Di seguito solo alcuni degli articoli che ripercorrono le vicende.</b><br />
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<a href="http://paralleloquarantuno.it/?p=7320"><i>http://paralleloquarantuno.it/?p=7320</i></a><br />
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<a href="http://www.lettera43.it/cronaca/campania-lo-scandalo-del-registro-tumori-inesistente_43675107264.htm"><i>http://www.lettera43.it/cronaca/campania-lo-scandalo-del-registro-tumori-inesistente_43675107264.htm</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://www.fanpage.it/47-comuni-tossici-casertano-ministero/#ixzz2gDomhmUz"><i>http://www.fanpage.it/47-comuni-tossici-casertano-ministero/#ixzz2gDomhmUz</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://www.fanpage.it/rifiuti-in-campania-e-terra-dei-fuochi-il-piu-grande-avvelenamento-di-massa-in-un-paese-occidentale/"><i>http://www.fanpage.it/rifiuti-in-campania-e-terra-dei-fuochi-il-piu-grande-avvelenamento-di-massa-in-un-paese-occidentale/</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://interno18.it/attualita/36823/terra-dei-fuochi-venga-presidente-venga-visitare-quell-italia-che-non-conosce"><i>http://interno18.it/attualita/36823/terra-dei-fuochi-venga-presidente-venga-visitare-quell-italia-che-non-conosce</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://www.ildesk.it/newslong.php?id=1988"><i>http://www.ildesk.it/newslong.php?id=1988</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://www.ilmattino.it/CASERTA/rifiuti-tossici-casal-di-principe-pentito-segnala/notizie/327151.shtml"><i>http://www.ilmattino.it/CASERTA/rifiuti-tossici-casal-di-principe-pentito-segnala/notizie/327151.shtml</i></a><br />
<i><br /></i>
<a href="http://www.youtube.com/user/beacon986/search?query=Current+TV+Gomorra"><i>http://www.youtube.com/user/beacon986/search?query=Current+TV+Gomorra</i></a><br />
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Luisa Ferrara<br />
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<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-71726874442438889302013-07-09T17:35:00.000+02:002013-07-13T10:20:50.154+02:00Cubeddu, le femministe e la violenza sulle donne. <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY6a3aWrEYucMKJkz8xe-GG2i6rSyOQzzoAADm2-F9FVlomXva8Jh_hta8eT9hnLK6WfyP7R-wfU1LyeUqJcuOQtcG81wNyTv3J1pkzPSbxxOhpYvVCeUm9IqgorvCSJ8U4UoipisliE8/s1600/shorts.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY6a3aWrEYucMKJkz8xe-GG2i6rSyOQzzoAADm2-F9FVlomXva8Jh_hta8eT9hnLK6WfyP7R-wfU1LyeUqJcuOQtcG81wNyTv3J1pkzPSbxxOhpYvVCeUm9IqgorvCSJ8U4UoipisliE8/s400/shorts.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: #fff2cc;">esemplare umano di sesso femminile</span><br />
<span style="background-color: #fff2cc;">con addosso stoffa per coprire le parti intime </span></td></tr>
</tbody></table>
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Non è facile oggi fare <b>battaglie femministe</b> in difesa delle donne senza rischiare, talvolta, di rasentare un estremismo illogico e di parte. Preferisco quindi parlare di <b>battaglie per le donne</b>, per tenere lontano da me ciò che considero estremo e dannoso ai fini di un obiettivo. Nella <b>lotta di genere</b> ci sono cose che condivido e cose che sento distanti, e non è la prima volta rispetto a una teoria o a un'ideologia, che provo questa sensazione.<br />
<br />
Avere degli <b>assunti </b>certi può aiutare a semplificare la realtà e a trarre facilmente conclusioni, ma non aiuta la riflessione, il confronto e la comprensione delle problematiche che attanagliano <b>società complesse </b>come le nostre. Questo è il motivo per cui, in generale, non prendo parte a collettivi, partiti politici, associazioni politico-culturali et similia, ma sembra sempre che osservi da fuori, cercando di farmi un'idea sulle cose che sia mia. Non riesco, ahimè, a star stretta in un "pensiero unico" pure quando questo si definisce alternativo e agli antipodi del mainstream, ovvero divergente rispetto al cosiddetto pensiero dominante.<br />
<br />
Tornando al discorso "femminista" sono consapevole di come questo movimento abbia portato avanti battaglie fondamentali e vitali per le donne e come continui a farlo, oggi più di prima, attraverso una rete internazionale e all'utilizzo di nuovi media come i social network. Le battaglie tramite<b> hashtag</b> e <b>tag</b> attirano sempre più spesso l'attenzione anche di altri media e in breve tempo alcune tematiche diventano notizie di primo piano. Come il caso della giovane Amina, o del gruppo Femen. Ancora più lampante è il caso della diffusione del termine <b>femminicidio</b> per indicare l'omicidio di genere e ultimamente la protesta contro un <a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2013/07/01/APvyOAsF-cubeddu_ragazze_shorts.shtml" target="_blank">articolo</a> discutibile di <b>Marco Cubeddu</b> pubblicato dal Secolo XIX. Ho detto già la mia sul femminicidio in un articolo pubblicato su <a href="http://luisaferrara.blogspot.it/2013/03/femminicidio-quando-non-basta-un-reato.html" target="_blank">Agoravox</a>, e ho aspettato l'<a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2013/07/02/APiSxVsF-cubeddu_consapevoli_liberi.shtml" target="_blank">evoluzione del caso</a> per parlare del "provocatorio" articolo di Cubeddu, cui sono seguite reazioni di vario genere, per farmi un'idea sulla questione che non fosse dettata dall'impulsività.<br />
<br />
Sono arrivata alla conclusione che Cubeddu sia stato semplicemente molto superficiale semplificando all'osso un problema storico e problematico come quello della<b> violenza sessuale </b>sulle donne e in particolare sulle giovani donne. Lui fa riferimento al vestiario succinto di ragazzine di 11-12 anni in piena estate, sollevando ovviamente una grossa polemica. Si parla di ragazzine delle scuole medie che giocano a gavettoni in strada, noncuranti molto probabilmente, di poter attirare sguardi indiscreti, e talvolta pericolosi, solo perché indossano comodi e corti pantaloncini (visto il caldo!). La domanda è proprio questa: tutte le ragazzine di 11-12 sono consapevoli, e fino a che punto, della propria sessualità? Il loro intento è davvero provocatorio? Le mamme e i papà sono responsabili del loro vestiario che potrebbe apparire "non consono"? E fino a che punto è possibile limitare una ragazzina mettendola in guardia rispetto al pericolo di attirare malintenzionati scoprendosi per il caldo? Domande, domande, domande. Quelle che dovrebbe porsi Cubeddu, e come lui, tanti altri professionisti dell'informazione, dell'educazione, della psicologia.<br />
<br />
Ho cercato di farmi altre domande, per provare ad andare, almeno un po', alla radice del problema. Come crescono le ragazzine di oggi? Quali sono gli esempi che seguono? Quanto in fretta crescono e in che modalità si approcciano al proprio corpo e alla propria sessualità? Che ruolo hanno le famiglie e la scuola, i media e la comunità? Che rapporto hanno con l'altro sesso?<br />
<br />
Sono donna, ho quasi 28 anni e sono stata una ragazzina anche io. Il problema più grande che vedo, onestamente, non sono gli shorts (che anche io indossavo in piena estate girando in bici nel mio quartiere o giocando con la palla nella stradina sotto casa, come tutte le ragazzine della mia età). Il problema credo sia che molte delle ragazzine di oggi tendano a vestirsi da ragazze più grandi senza averne la maturità mentale. E' inquietante vedere ragazze di 14-15 anni vestite in modo più provocante e sexy di donne di 26-27 anni. E' preoccupante vedere loro bruciare le tappe, perdendo pezzi d'infanzia e di pre-adolescenza fondamentali per la crescita. Questo è un problema culturale, di educazione, che deve portarci a fare domande più ampie, sui <b>valori </b>e gli <b>esempi </b>che i giovani d'oggi hanno e percepiscono soprattutto attraverso i media che tanto li influenzano e li formano. E sul ruolo della famiglia, sempre più complesso e difficile, in bilico tra permissività e modello autoritario.<br />
<br />
<b>Ma mai, mai si deve pensare</b>, che siano gli atteggiamenti femminili a provocare la violenza, che è sempre ingiustificata. Lo <b>stupro</b> è sempre esistito, in ogni epoca storica, religione e società, a prescindere dai costumi e dagli usi delle donne. I casi di cronaca, così come studi e sondaggi, non hanno mai evidenziato collegamenti tra lo stile di vita delle donne o i loro modo di abbigliarsi e le violenze subite. Chi stupra lo fa per ragioni che vanno al di là del puro istinto sessuale animale incontrollabile, ma perché malato, disturbato.<br />
Ciò non toglie che le donne, con intelligenza e amor proprio, debbano sapersi difendere a monte, senza però vivere con la paura o limitando la propria libertà. <b>Ma chi difende le donne?</b> In realtà nessuno, non siamo davvero mai libere, e non lo saremo fino a quando le nostre città non saranno sicure, le strade abbastanza illuminate e le stazioni delle metro abbastanza vigilate, anche di notte.<br />
<br />
E' troppo facile giudicare le donne e il loro stile di vita con un tristissimo "se lo è andata a cercare", è molto più difficile, anche per quelle società che si dicono evolute e progressiste, far sì davvero che le donne vivano in un mondo che non le faccia sentire in pericolo o in difetto. Queste sono le <b>battaglie</b> che vorrei che le mie amiche femministe o pseudo tali abbracciassero, oltre a fossilizzarsi sui problemi di "genere" e di "ruolo", pur altrettanto importanti e fondamentali.<br />
<br />
Gli shorts non stuprano, e nemmeno le minigonne, e nemmeno la nostra sensualità dirompente, nemmeno la nostra femminilità. Nemmeno la nostra socievolezza e voglia di libertà, nemmeno sentirsi spiriti liberi e voler vivere una vita diversa da quello che il resto del mondo si aspetta. Stuprano l'indifferenza, la noncuranza, l'arretratezza mentale e sociale. Fatevene una ragione.<br />
<br />
Trovi questo articolo anche su <span style="background-color: #fff2cc;"><a href="http://www.agoravox.it/Cubeddu-le-femministe-gli-short-e.html" target="_blank">Agoravox Italia</a></span>.<br />
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Luisa Ferrara<br />
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<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-22484290783931951712013-06-26T19:43:00.004+02:002017-07-11T15:22:40.401+02:00Contenuti e social network. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO80TOu6w6bRnHzXaZ_ui8WF7fCMpCmylrbIqE2lDkRmkr_HK-3pwLFyqG3vv7PrbY9WS-ZqFl42fO_SnQ_pnwCozcIvO_V_lOM1mevvQItG6NX8wDwvipc8Lfbps96KVgLoB8zPB-EsI/s1600/3329825443_041b032315.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO80TOu6w6bRnHzXaZ_ui8WF7fCMpCmylrbIqE2lDkRmkr_HK-3pwLFyqG3vv7PrbY9WS-ZqFl42fO_SnQ_pnwCozcIvO_V_lOM1mevvQItG6NX8wDwvipc8Lfbps96KVgLoB8zPB-EsI/s1600/3329825443_041b032315.jpg" /></a></div>
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Nell'ultimo anno, oltre a essere diventata<b> giornalista pubblicista </b>(attualmente non praticante), mi sono occupata di contenuti per il web e di social media. La rubrica che ho tenuto fino ai primi mesi del 2013 per il <b><a href="https://www.facebook.com/settimanaleilcaffe?fref=ts" target="_blank">Il caffè</a></b> settimanale cartaceo casertano, mi è servita molto ad approfondire il mondo di <b><a href="https://twitter.com/Lullibo" target="_blank">Twitter</a></b>, dove la sintesi è un dono e gli <b>hashtag</b> un mondo aperto verso l'infinito, a dispetto dei 140 caratteri.<br />
<br />
Per il lavoro che faccio come <b>social media editor</b> free lance per agenzie di comunicazione, ho imparato a conoscere lo strumento <b><a href="https://www.facebook.com/ilmiopensierononquotidiano?fref=ts" target="_blank">Facebook</a></b> nel suo lato più commerciale, da un verso, e democratico dall'altro. Produrre contenuti adeguati a specifici target per diversi clienti mette in moto un meccanismo molto dinamico di ricerca di stile, di conoscenza del web e delle tendenze che lo animano, anche in ambito visivo e non solo testuale. Chi fa testi per il social e per il web, infatti, non può prescindere dal visual, che ne è elemento fondamentale.<br />
<br />
Dettagli a parte, un altro passo importante è stato scoprire il cosiddetto <b>Social</b> <b>CRM</b>, ovvero <b>customer relationship management</b>, più semplicemente gestione del servizio clienti tramite i social. Questo è forse il momento di maggiore vicinanza, di qui l'utilizzo sopra del termine "democratico", tra l'azienda e i suoi clienti. Il contato diretto apre ovviamente a ogni tipologia possibile di confronto e/o scontro, lamentele, critiche, complimenti, domande di ogni tipo, talvolta anche pretese improbabili.<br />
<br />
Ci sono pagine con milioni di fan che gestiscono i propri clienti anche tramite <b>Facebook</b>, ma c'è ancora qualcuno che dice che <i>il social non è il futuro del marketing</i>. Qualche mese fa mi è capitato di chiacchierare con una signorina esperta di <b>marketing</b> molto decisa e determinata, la quale sosteneva, senza alcuna ombra di dubbio, che <i>i social media godono un successo temporaneo, ma non sono il futur</i>o. Chissà.<br />
<br />
Forse non lo saranno, ma eviterei di fare pronostici rischiosi, soprattutto se si è ancora legati a un vecchio modo di fare comunicazione e si ha paura di perdere determinati "privilegi" o conoscenze sedimentate e non si è disposti ad aggiornarsi, continuamente, come è fondamentale fare tuttora per chi vuole lavorare nel <b>mondo del web</b>.<br />
<br />
Al di là di come la si pensi personalmente, i social media sono chiaramente un realtà da tener presente, nel mondo dell'informazione come in quello pubblicitario, probabilmente in modo molto diverso, ma neanche troppo. Perché? Perché sono convinta che una <b>buona comunicazione</b> parta in ogni caso da una base comune: la <b>trasparenza</b>. L'utente odierno è attento, è ricettivo, è critico, non è più lo spettatore passivo della televisione. Cambiano gli strumenti, cambia il modo di <b>usufruire di contenuti</b>, e cambiano anche le persone e il loro modo di rapportarsi ai contenuti e ai mezzi.<br />
<br />
Di questo bisogna tenere conto quando si danno notizie stupide o inutili, quando si trasforma un caso di femminicidio in gossip, quando si tenta di barare con i propri clienti sperando di farla franca.<br />
Può sembra un accostamento azzardato, mi rendo conto, ma per chi approccia questi strumenti penso sia buona regola avere un <b>codice deontologico</b> come punto di partenza e proprio mantra quotidiano.<br />
<br />
Li chiamo <b>strumenti</b>, perché credo che effettivamente i social network siano degli strumenti per ottenere uno scopo e non il nostro fine. Strumenti, contenitori, mezzi con cui fare contenuto, fare informazione, comunicare, condividere. Siamo sempre e solo noi a decidere in che modo utilizzarli e cosa farli diventare per noi, per i nostri lettori, per i nostri clienti. Questo è un grande vantaggio, una grande libertà, ma anche un grande pericolo. Ecco che, come in tutti i mestieri, l'improvvisazione è da temere, bisogna sempre diffidare degli esperti improvvisati. Di ogni mezzo vanno studiate le <b>modalità</b>, le <b>opportunità</b> e i <b>limiti</b>, in un processo che non ha mai fine, perché in particolare per i social network, stiamo parlando di strumenti in continua evoluzione che necessitano approfondimento, analisi, studio delle tendenze.<br />
<br />
Luisa Ferrara<br />
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<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-68688468238856799432013-06-05T18:11:00.000+02:002013-06-26T19:49:53.060+02:00Ricordando Don Peppe Diana Da Il caffè del 1 giugno 2013.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihzV7RrftcjqggaJ00-YsJQQBGf3syZ0-mY6_0_a6QZzsTwECyd7SLvE_ja6taUNnXBf2flnAdRO5X_C4iJodWWX_6smeEjn8TwS7FmEUptM8LstBC4x8vqXoESwtdA-Vi7Zcc0pJ1rjk/s1600/immagine+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihzV7RrftcjqggaJ00-YsJQQBGf3syZ0-mY6_0_a6QZzsTwECyd7SLvE_ja6taUNnXBf2flnAdRO5X_C4iJodWWX_6smeEjn8TwS7FmEUptM8LstBC4x8vqXoESwtdA-Vi7Zcc0pJ1rjk/s400/immagine+1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Giovedì 23 maggio, preso
l’Istituto Comprensivo ‘Giacomo Stroffolini’ di Casapulla, si è tenuto l’evento
di premiazione del Concorso “<i>Don Peppe
Diana, un Prete, un uomo che amava la sua Terra</i><span style="font-size: small;">” dedicato ai bambini delle
quinte classi della scuola primaria e delle terze classi della scuola
secondaria di primo grado. L’evento e il concorso sono stati ideati e
organizzati </span><b>dall’Associazione Politico
Culturale Giancarlo Siani Casapulla</b><span style="font-size: small;">, con il Patrocinio gratuito de Il
Mattino.</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
I bambini hanno avuto la
possibilità assieme ai docenti di partecipare a tre incontri dibattito sulla
figura di Don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra nella sua Chiesa a
Casal di Principe, il 19 marzo del 1994, giorno del suo onomastico, perché si
era apertamente opposto alla camorra con il suo impegno quotidiano e il suo
famoso scritto: “Per amore del mio popolo non tacerò”.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Un parroco, un capo scout
e uno scrittore, ma soprattutto un uomo coraggioso, ucciso perché non si è
rassegnato all’omertà e al silenzio, ma ha voluto reagire per difendere il suo
popolo e si è schierato apertamente contro il sistema criminale, dando un
grosso e indimenticabile esempio.Oggi nelle scuole e nelle
piazze ogni anno lo si ricorda, e grazie a questi eventi la sua morte non è
stata vana. Un ciclo di tre incontri ha interessato e coinvolto attivamente i
docenti e i ragazzi dell’Istituto Stroffolini di Casapulla, che con disegni,
favole, racconti, cartelloni, fumetti e poesie, hanno voluto raccontare con la
dolcezza e la speranza che solo i bambini e i ragazzini hanno, la figura
emblematica di questo Padre.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il concorso si è proposto
l’intento di premiare i lavori migliori con degli assegni che i ragazzi
potranno spendere in cancelleria e libri per la scuola. All’evento hanno
partecipato, oltre alla stessa associazione Giancarlo Siani Casapulla con il
Presidente <b>Giuseppe Piantieri</b>, la
cantautrice per la pace <b>Agnese Ginocchio</b>,
il magistrato <b>Raffaello Magi</b> che
ricordiamo per il processo Spartacus, il responsabile della redazione casertana
de Il Mattino Aldo Balestra, Carlo De Michele e Alfredo Rossi dell’Associazione
<b>Carta ’48</b> e Valerio Taglione del “<b>Comitato Don Peppe Diana</b>”.</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8qZgFbvHG_JSrgyz-_r2xj7B3TBpLJ4RFqrj9VehwWa0HECDyqZlgIud5ZVwNIQOypH99DbOhPG4_VIvYfYGWnD1YMXynio1UDmQYmKoXRbdt8cPZvkpIIOuvuDtHVBBqoiO2utD-v3E/s1600/20130523_185254.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8qZgFbvHG_JSrgyz-_r2xj7B3TBpLJ4RFqrj9VehwWa0HECDyqZlgIud5ZVwNIQOypH99DbOhPG4_VIvYfYGWnD1YMXynio1UDmQYmKoXRbdt8cPZvkpIIOuvuDtHVBBqoiO2utD-v3E/s400/20130523_185254.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
La data del 23 maggio non
è casuale: ricorre l’anniversario dell’omicidio del giudice Giovanni Falcone e
dei ragazzi della sua scorta, che il magistrato Magi ricorda con fervore e
commozione: “Raccontare per non dimenticare, per non far vincere chi ha premuto
quel pulsante”. Dello stesso avviso è Aldo Balestra de Il mattino il quale, parlando
del giovane giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra a 26 anni per aver
raccontato scomode verità, ricorda che “solo attraverso la scuola e l’informazione
è possibile davvero cambiare”.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il primo premio per gli
alunni delle quinte della scuola primaria è andato a <b>Chiara Trinchese</b> della 5°D per i suoi emozionanti versi in
napoletano. Il primo posto per le terze della scuola secondaria di primo grado
è andato a <b>Salvatore Cappa Spina</b>
della 3°A per la sua dura e commovente “Lettera a un camorrista”. Premiati con 3° premio i ragazzi della 5°A e 5°C per i disegni e i cartelloni, secondo
premio alla 5°A per una favola. E ancora, terzo premio a due alunni della 3°A
per un filmato e alla 3°C per un cartellone/racconto. Infine, altro secondo
premio alla 3°E per un fumetto animato. La felicità l’entusiasmo negli occhi
dei giovani alunni al ricevimento delle pergamene, testimonia che le idee e la
fantasia sono terreno fertile per l’attecchire di valori sani e giusti.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Stupisce e rincuora che
ragazzi così giovani siano in grado di esprimere con tanta forza ed emozione il
dolore della morte, la violenza, tutto il male rappresentato da un sistema
criminale cieco e distruttivo e, al contempo, siano stati capaci di capire e
raccontare l’importanza e l’immortalità della figura di Don Diana, che dona
speranza, desiderio di pace e amore per la propria Terra. Forse è anche merito
dei docenti e della Dirigente dello Stroffolini<b>, Maria Carmina Giuliano</b>, che hanno saputo coinvolgere e
indirizzare i ragazzi in questo percorso. Segno inequivocabile del fatto che la
scuola pubblica, anche se spesso osteggiata e lasciata sola, non si ferma mai
nel suo fondamentale impegno di formare cittadini e non solo studenti.</blockquote>
Luisa Ferrara<br />
<br />
<br />
<br />
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-20899238062576317912013-04-24T11:20:00.001+02:002013-04-24T11:39:24.424+02:00700 caffè nel cassetto (e una fune da equilibrista). Cari amici, lettori, o semplici passanti,<br />
<br />
il 16 aprile c'è stato l'anniversario della 700 esima copia de "Il caffè". Ebbene sì, 700 numeri, che per un settimanale indipendente non sono pochi. Sono contenta davvero di aver partecipato alla realizzazione di più di 70 di queste copie, negli ultimi due anni e più. E' stato anche bello conoscere parte dei collaboratori che con passione hanno scritto e commentato in questi anni, i problemi e gli eventi di Caserta, comuni limitrofi e non solo.<br />
<br />
Sono ancora più contenta di aver potuto realizzare una rubrica che parlasse di tematiche che ho a cuore, dell'informazione e della sua evoluzione, nel tempo del giornalismo online e dei social network.<br />
Parlare del web sulla carta stampata, riprendere le news, analizzare le tendenze, raccontare gli scontri, le possibilità. Una sfida.<br />
<br />
Ma per questo numero così importante ho voluto parlare di altro, ho voluto parlare di quello che va oltre l'essere una neo-giornalista pubblicista, ma una "ragazza casertana" come tante/i.<br />
<br />
Vi lascio la mia riflessione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDQys5ciDIZ1vBy6OqqktLGIRCi5sGyf4eshFnidrzaLeLLhUY0mSrMuR4PZFab1cAHUkxhLwCJ9k6CEffQyFSlgEp-BdLO_-zM2qZUIJZYbJ28NihPq9pCw3XejZNoSmphq0bbqtrv4/s1600/812304831fbde22e15e85364e121d8b1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDQys5ciDIZ1vBy6OqqktLGIRCi5sGyf4eshFnidrzaLeLLhUY0mSrMuR4PZFab1cAHUkxhLwCJ9k6CEffQyFSlgEp-BdLO_-zM2qZUIJZYbJ28NihPq9pCw3XejZNoSmphq0bbqtrv4/s1600/812304831fbde22e15e85364e121d8b1.jpeg" /></a></div>
<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<b>Stralci da un (ipotetico) romanzo precario.</b></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
E’ il settecentesimo numero de Il caffè, un giornale storico
per Caserta, che io non conoscevo fino a pochi anni fa. Perché non vivere a
Caserta ma poco più in là in provincia, già può far sentire un giovane o un
adolescente un po’ “fuori dal coro”. Ora che sono due anni che collaboro con Il
caffè e lavoro in zona, ho potuto in parte riscoprire il desiderio di tener
salde le mie radici, di conoscere la mia città, la gente che la abita, le sue
abitudini, la sua “movida”.<br />
Da pendolare ogni giorno in trasferta verso Napoli, avevo
smarrito un certo senso di appartenenza. Sognavo le grandi città, le metropoli,
un lavoro da “radical chic”. Poi ho capito col tempo che professione e mestiere
non sono mondi così lontani, che talvolta fare un lavoro nel migliore dei modi
e con passione, comporta “sporcarsi la mani”. Ancora lotto con la voglia di
restare qui e fare ciò che mi piace e la
consapevolezza che è davvero difficile. Manca ancora qualche anno ai 30, ma
parte del coraggio, dell’ottimismo, della voglia di fare e dell’entusiasmo, che
contraddistinguono una giovane che sa di avere ancora la vita davanti, è andata
persa.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Sapere che la tua terra può offrirti poco, fa male. E’ un
continuo annaspare, arrangiarsi, cercare lavori affini alle proprie competenze provando
a non snaturarsi, a darsi un valore, oltre che mostrarlo agli altri.<br />
Anni di studio non bastano, se non hai quella scaltrezza
mentale, quella caparbietà, quella capacità di imparare-facendo, che può salvare
il tuo futuro. Poi, anche per i più volenterosi, una parola si insinua bastarda
nelle loro vite, dileguando ogni anelito di sogno, ogni passione, ogni
desiderio. Diventa una condizione, smette di essere un “periodo di passaggio”,
ma assume la forma di un’ombra che insistentemente ti segue ad ogni tuo passo.
Ti senti spacciato, quando lì nell’angolo provi a liberartene.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
E’ il precariato.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
I tuoi amici che hanno un lavoro qui, o che ancora studiano,
o che sono emigrati altrove, ti fanno notare la tua mancanza di coraggio nel
non prendere un treno e partire, ti fanno notare che “Milano è un’altra cosa”
che devi andare a Nord di Roma se vuoi un lavoro. Ma oggi, chi è che non lo sa?
Chi non ne è, almeno in parte, cosciente?<br />
E allora ti convinci che l’idea generale sia che il problema
non va affrontato, ma ci vadano messe le toppe. E’ quello che siamo abituati a
fare qui, a Sud dello stivale. Pian piano però, toppa su toppa, la maglia perde
le sue sembianze, e diventa un obbrobrio. E anche il posto più dolce, più caro
e pregno di ricordi, di vita vissuta e speranze disperse, ora non piace più a
nessuno.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
La paura è la spina nel fianco degli audaci, è come il “se”
e il “ma” che si insinuano nei forti. Perché scappare non è sempre segno di
coraggio, ma talvolta l’ultima soluzione, la sola possibilità. Restare, invece,
può essere un grande atto di amore per la propria Terra, per una parte di sé,
ma una dolorosa catena al piede.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Così sei frantumato, diviso, lacerato, frastornato.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il giovane del sud, mi permetto di insinuare, così come il
giovane casertano, vive i suoi migliori anni con questi pensieri e queste
voluttà. In attesa di qualcosa che gli cambi la vita, che lo aiuti capire, che
lo faccia sentire parte del Tutto. Non un banale elemento di un ingranaggio
anonimo, ma un pezzo di un puzzle, un mattoncino della Lego in grado di creare qualcosa
di buono, di concreto, di solido.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Costruire mondi in sintonia con se stessi o immaginare futuri plausibili sentendosene già
parte, sono banali vagheggiamenti di chi, a 16-17 anni, già sa che deve fare
non la propria scelta vera e ponderata, rispetto a se stesso, ma quella utile.
E se non fa quella utile, si porterà dietro il peso e la responsabilità di
questo “errore” per tutta la vita. Un macigno che deteriora, che scalfisce, che
s’insinua nella quotidianità e diventa parte di te.<br />
Così quel leggero magone diventa nostalgica malinconia, il
dubbio del “poteva essere”, “potevo fare”, “dovevo dire”, “dovevo andare”. E
non campi più. O forse sì, campi pure. Ma non sei più la stessa persona, resti
solo un ingranaggio di quel sistema che hai provato a cambiare, a fare tuo, a
interpretare.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Ma non è stato così, e ora è tardi. Ora è il momento di
agire. </blockquote>
<div class="MsoNormal">
<b>Luisa Ferrara</b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-73771474635437088952013-03-13T12:57:00.005+01:002013-05-03T13:41:37.277+02:00Femminicidio: quando non basta un reato <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Articolo pubblicato per <a href="http://www.agoravox.it/Femminicidio-quando-non-basta-un.html" style="font-weight: bold;" target="_blank">Agoravox</a><b> </b>il 13 marzo 2013</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="cadretexte" style="background-color: white; border: 0px; font-family: Arial, Helvetica, 'Liberation Sans', FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin: 0px; padding: 10px 40px;">
<img class="topimage" src="http://img.agoravox.it/local/cache-vignettes/L300xH200/femminicidio_scarpe_rosse-26700.jpg" style="border: 0px; display: block; float: left; margin: 5px 5px 5px 0px; padding: 0px 5px 5px 0px;" title="Femminicidio: quando non basta un reato" /><span style="font-size: 14px; font-weight: bold;">E se l'introduzione del reato di femminicidio si riducesse a un mero slogan?</span><br />
<div class="chapo" style="border: 0px; font-size: 14px; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
A cosa serve aggiungere l'aggravante di violenza di genere, se non si tutelano le donne prima che vengano uccise?</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Proviamo a guardare questa delicata e complessa tematica da un altro punto di vista.</div>
</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
<span style="border: 0px; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;">Negli ultimi mesi la parola </span><strong style="border: 0px; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;">femminicidio</strong><span style="border: 0px; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;"> con relativo hashtag e relative discussioni online e sui social network, ha lasciato il solo web per approdare sui mass media. Carta stampata e tv ne hanno fatto immediatamente uno</span><strong style="border: 0px; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;">slogan</strong><span style="border: 0px; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;">, una parola in cui racchiudere anni di lotte, vittorie, paure.</span></div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Ma il termine femminicidio non nasce certo oggi, già studiosi e criminologi lo avevano utilizzato nel secolo scorso per indicare una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna in quanto donna, come risultato di <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">pratiche misogine</strong> talvolta reiterate, giustificate, non perseguite.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
L’escalation di omicidi e di violenze sulle donne nell’ultimo anno ha dato il via all’allarme mediatico. Si muore sempre più per mano di mariti, ex mariti, fidanzati ed ex fidanzati, nonostante sia stato istituito il reato di stalking già dal 2009.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Ma l’omicidio di una “femmina” in quanto femmina è generalmente soltanto la fase finale derivante da violenze fisiche e/o psicologiche che speso tormentano le vite di tante donne. La violenza e <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">l’assassinio di genere</strong> sono l’apoteosi di mentalità pervase da <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">machismo</strong> e <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">maschilismo</strong>, che difficilmente possono essere curate con un banale aumento di pena. <em style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">Sarebbe opportuno aiutare le donne quando sono ancora vive.</em></div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Pensare di aggiungere un’aggravante di reato includendo la violenza di genere, rischia soltanto di ghettizzare ulteriormente le donne che lottano per aver riconosciuti uguali diritti in Italia, in Europa in Occidente, come nel resto del mondo. O come faceva notare in <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;"><a href="http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/03/10/se-il-femminicidio-lo-commette-lei/" rel="nofollow" style="border: 0px; color: #b81014; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;">questo articolo</a></strong> l’autrice del blog, di confondere omicidi “normali” con omicidi di genere, anche quando non lo sono.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Quello che sarebbe opportuno fare è creare una <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">rete di protezione</strong> e supporto per le donne che subiscono violenza e maltrattamenti. Inasprire le pene per reati come violenza sessuale, molestie, maltrattamenti, minacce. Applicare concretamente e con tempestività le misure cautelative e le pene previste per il <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">reato di stalking </strong>che racchiude in sé vari tipi di minacce, intimidazioni e atteggiamenti persecutori.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Flash mob, manifestazioni e spot sono utili ad alimentare il dibattito e ad estenderne la portata, ma non bastano. Un Paese che si dice civile, progressista e democratico, come l’Italia, ha bisogno di competenze, di persone giuste al posto giusto.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Un esempio. Qualche giorno fa, in occasione dell’<strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">8 marzo</strong>, mi è capitato di leggere una lettera di una mia conoscente su Facebook che ha voluto denunciare apertamente la sua situazione di violenza ripetuta da parte del marito. La cosa che più mi ha colpito e lasciato senza parole del suo racconto, è stata la risposta di un carabiniere cui si era rivolta per sporgere denuncia:</div>
<blockquote style="border-left-color: rgb(221, 221, 221); border-left-style: solid; border-width: 0px 0px 0px 5px; margin: 15px 30px 0px 10px; padding: 0px 0px 0px 20px;">
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
<em style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">Quando fui nell'ufficio denuncie e spiegai al maresciallo di turno cosa fosse accaduto, con il referto medico in mano, lui “fortunatamente" dall'alto della sua esperienza e con fare paterno , mi fece rinvenire dicendomi: ." Signo' .. queste sono cose che succedono.. vuje mo' fate sta' denuncia .. che nn serve a niente... c'avete due bambini piccoli, non lavorate, quello mo' vostro marito s'incazza ancora di piu' e succede un casino. I panni sporchi si lavano in casa... vedete che tutto si aggiusta!" </em></div>
</blockquote>
<div style="border: 0px; float: right; margin: 0px 0px 5px 5px; padding: 0px;">
</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Trovare persone di questo tipo, quando si va a fare una denuncia per stalking o per maltrattamenti, non aiuta. All’interno delle questure evidentemente non c’è una seria preparazione riguardo vicende così delicate, e quindi il tutto è un po’ a fortuna: tanto può capitarti una persona che prende a cuore la situazione e ti spinge a reagire e a chiedere giustizia come è giusto che sia, utilizzando tutte le armi a disposizione, tanto si può trovare una persona sfaticata o sfiduciata che preferisce chiudere la pratica ancor prima di iniziarla, nemmeno si stesse denunciando il furto di un portafogli o di braccialetto.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Ma non finisce qui. La rete di protezione dovrebbe partire nel momento preciso in cui viene fatta una denuncia per stalking (ma non sempre, purtroppo, evidentemente, accade). Forze dell’ordine, servizi sociali e <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">centri di ascolto antiviolenza</strong> dovrebbero mettere assieme le proprie forze e le proprie competenze. Di questi ultimi se ne è parlato egregiamente in una delle recenti puntate del programma Rai <a href="http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-87cf8dde-2333-41e1-b497-f6b2c15c6305.html" rel="nofollow" style="border: 0px; color: #b81014; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;">Presa Diretta</a>, in cui si è proprio sottolineato il difficile lavoro che tante figure professionali esperte si trovano ad affrontare ogni giorno, aiutando migliaia di donne e bambini, spesso nell’abbandono più totale da parte delle istituzioni. La mancanza di fondi, infatti, rischia di far chiudere molti centri (non solo di ascolto ma anche quelli di accoglienza dotati di posti letto). Altro dato importante è la mancanza di un numero sufficiente di centri in alcune <a href="http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-27109af8-4629-4c65-8d3d-7ca2ee41d21f.html" rel="nofollow" style="border: 0px; color: #b81014; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;">regioni d’Italia</a>, come Calabria, Basilicata e Molise, dove talvolta le donne che hanno bisogno di aiuto, non riescono a raggiungere con facilità i centri che si trovano dall’altra parte della regione.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Dal servizio si evince inoltre la <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">lentezza dei tempi giudiziari</strong> e la mancanza di misure cautelative valide per le donne che hanno sporto denuncia: in alcuni casi molte delle donne uccise in questa strage senza fine, avevano denunciato, anche più di una volta, vari tipi di minacce e maltrattamenti, senza che a queste denunce seguissero azioni concrete atte a proteggerle.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
È da qui che nasce la mia perplessità: non vorrei che il “femminicidio” si riducesse a mero <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">slogan</strong>, così come è stato a suo tempo per lo “stalking”. Le leggi sono importanti nel momento in cui è fatto ogni sforzo possibile per farle rispettare, mettendo a disposizione mezzi e risorse, altrimenti è pura propaganda.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Ma le leggi, anche quando applicate alla lettera, da sole non bastano. Bisogna partire dall’<strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">educazione</strong> e dalla<strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;"> rieducazione</strong>. Bisogna uscire dalla mentalità vittima-carnefice e riprendere il dialogo tra generi, capire l’importanza dell’uguaglianza tra uomo e donna nel rispetto delle differenze biologiche.<br />
<br /></div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
<span style="border: 0px; font-family: Verdana, Geneva, Sans, sans-serif; font-size: 10px; margin: 0px; padding: 0px;"><span class="spip_document_23834 spip_documents spip_documents_left" style="border: 0px; display: block; float: left; margin: 0px 5px 5px 0px; padding: 0px 5px 5px 0px; width: 600px;"><img alt="" height="400" src="http://www.agoravox.it/local/cache-vignettes/L600xH400/femminicidio-1e881.png" style="border: 0px; display: block; height: 400px; margin: 0px 5px 5px 0px; padding: 0px 5px 5px 0px; width: 600px;" width="600" /></span></span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Come facevo notare in un articolo che ho scritto in occasione della <a href="http://luisaferrara.blogspot.it/2012/11/25-novembre-2012.html" rel="nofollow" style="border: 0px; color: #b81014; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;">Giornata internazione contro la violenza sulle donne</a>: “<em style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">…le donne che oggi vogliono essere diverse, minacciano la morale comune e sconvolgono modelli precostituiti, mettendo in crisi un intero sistema. Questo fa paura, fa paura a tutti. Non solo agli uomini. Se l’uomo picchia e ammazza per riaffermare il suo potere, che lentamente si sta erodendo, lo fa per paura, una paura che lo porta a sopraffare l’altro. Bisogna andare a fondo, e capire dove nasce questa paura. Perché si ha paura di un modello di donna che forse è cambiato, e non lo si vuole accettare</em>”.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Accettare che la donna abbia <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">nuovi ruoli</strong>, nuove possibilità d’espressione e stili di vita non è semplice per l’uomo di oggi. I vecchi modelli sono in crisi già da qualche decennio e questo ha portato a uno sconvolgimento all’interno dei nuclei familiari e affettivi. Oggi le donne scelgono con più facilità la propria vita e la propria condotta, e non tutti gli uomini, ma nemmeno tutte le donne, sono pronti ad accettare ciò.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Ho parlato, sempre nello steso articolo, di <em style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">“un altro tipo di violenza, quella che le donne fanno alle altre donne. La violenza psicologica di chi impone schemi in cui rientrare per essere “donna”, prescrive “buona maniere”, stili di vita, ruoli. La violenza di chi ti dice cosa è giusto dire, fare, e come farlo. Di chi vuole che si rimanga uguali a se stesse, perché è più comodo così. Una società in cui sono le donne a giudicare le donne, a renderle deboli e vulnerabili quando non rientrano nel concetto di “donna” che tutta la società si aspetta</em>.”</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Questo succede anche quando le madri, le zie, le nonne, le cognate o le sorelle, ti invitano a <strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">sopportare maltrattamenti</strong> per preservare la famiglia o la relazione, per “difendere i figli”, l’immagine, il “nome”.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Eppure siamo noi donne, noi future mamme, insieme ai futuri padri, ad avere una grande responsabilità:<strong style="border: 0px; margin: 0px; padding: 0px;">insegnare ai nostri figli, ancora una volta, il rispetto per le donne</strong>, unito alla consapevolezza che rispettare le donne (di qualunque età, nazionalità, etnia, religione) non sia segno di debolezza, ma una grande qualità, un grande pregio.</div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Con l’augurio che un giorno questo pregio diventi normalità. </div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div style="border: 0px; margin-bottom: 18px; margin-top: 18px; padding: 0px;">
Luisa Ferrara</div>
</div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-66897742051743112602013-03-12T15:04:00.000+01:002013-03-15T20:21:30.941+01:00Il M5S e la politica reale. <br />
Da Il Caffè del 9 marzo 2013.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvF-_H-aY3RlmTbjdEKWCfj2Q7czfldzQ-9uyWgIHydNSyzuirNIAzwUAinXmh6mFvH3vKeNn0_BPqHY_WmHMXIbXs5SoZcsso4rUAFQ79Bo_961SBBofMHItgX0e4lUf22ZRE5qbjgpU/s1600/punk.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvF-_H-aY3RlmTbjdEKWCfj2Q7czfldzQ-9uyWgIHydNSyzuirNIAzwUAinXmh6mFvH3vKeNn0_BPqHY_WmHMXIbXs5SoZcsso4rUAFQ79Bo_961SBBofMHItgX0e4lUf22ZRE5qbjgpU/s400/punk.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="line-height: 115%;">Qualcuno
faceva notare in questi giorni che siamo senza Papa, senza Governo e anche
senza Capo della Polizia (perché ricoverato). Quasi uno stato di “anarchia”,
certamente temporaneo, dai toni un po’ “alternative”, che i punk inglesi potrebbero
anche invidiarci.<br /> </span><span style="line-height: 115%;">Ma aldilà
dei commenti ironici, che l’Italia stia attraversando un periodo complesso, è
ormai cosa assodata. Si dice che la crisi sia l’inizio della rinascita, se è
così allora possiamo solo aspettare. Del resto, dal voto espresso nelle ultime
elezioni, è parsa chiara l’esistenza di una parte dell’Italia che vuole restare
ancorata alla vecchia politica e a vecchi simboli che sembravano superati, come
il berlusconismo e tutto ciò che incarna. D’altro canto però, una bella fetta
di italiani si è avvicinata alla cosiddetta antipolitica di Grillo, a quel
Movimento 5 Stelle che ha portato in Parlamento il voto di protesta, la voglia
di cambiare o meglio di distruggere la vecchia politica.</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="line-height: 115%;">Quello che
mi preme sottolineare, restando fedele allo scopo di questa nostra rubrica, è
lo sciogliersi dell’antitesi <b>reale-virtuale</b>.
Il movimento di Grillo parte dalla Rete, da quel World Wide Web che unisce
persone lontane fisicamente in un unico luogo, attraverso piattaforme che
permettono un dialogo pressoché “universale”. Non c’è limite alla
partecipazione, alla libertà di pensiero e di espressione, tutti possono dire
la propria, finalmente, tutti possono fare politica, essere opinionisti,
apportare la propria visione delle cose. L’informazione non è più unidirezionale,
ma è <b>orizzontale</b>. E con essa anche
la comunicazione politica, nel tempo, è stata costretta a cambiare, ma non
sempre è riuscita nello scopo. Il fatto di utilizzare un mezzo così vasto e
potente, che permette una comunicazione orizzontale, non significa saperla
fare.<br /> </span><span style="line-height: 115%;">Grillo
e Casaleggio in questo sono stati bravi,
e il Movimento si è saputo muovere attraverso la Rete e le piazze, tenendo
lontano i giornalisti, simbolo secondo loro del vecchio modo di fare
comunicazione, quel Quarto Potere che parla ancora da uno a molti, che non è
più controllo dell’operato dei potenti, che si è lasciato “asservire”. Nelle
critiche di Grillo c’è sicuramente del vero, nel desiderio “distruttivo” del
Movimento ci sono probabilmente tanti buoni propositi.</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="line-height: 115%;">Il problema
è capire se questa “<b>rivoluzione</b>” sia
possibile farla in Parlamento, tenendo presente la nostra Costituzione, lo
spirito democratico che la anima. Perché va bene voler punire quella classe
politica nascosta dietro ai propri privilegi, ma bisogna fare i dovuti
distinguo, altrimenti con un generico “tutti a casa” si rischia di far di tutta
l’erba un fascio. E di questo gli italiani non hanno bisogno, non è la
demagogia che ci porterà a cambiare, ma la consapevolezza che la politica non è
cosa “altra” dai cittadini, ma ci appartiene. E’ da qui che bisogna partire,
perché in fondo la politica, e scusate se ricorro a frasi già sentite, non è
nient’altro che lo specchio della società. Ed è anche responsabilità nostra
mandare al potere gente onesta, uscire dal classico “tifo politico”con cui
siamo abituati e guardare ai fatti, informarci e farsi domande.</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="line-height: 115%;">Il passaggio
da reale a virtuale non è dunque così semplice, così scontato, così immediato. E’
necessario che ora il Movimento mostri le competenze e la concretezza di cui ha
sempre lamentato la mancanza nella nostra classe politica, impegnandosi a
governare, ed è ora che si metta in discussione, che accetti di farsi
conoscere, anche tramite quel giornalismo classico che negli ultimi anni tanti
sforzi sta compiendo per aggiornarsi e sopravvivere online e non solo. </span></blockquote>
<br />
Luisa FerraraEveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-39725719383390082782013-03-01T11:23:00.000+01:002013-03-01T11:23:23.489+01:00Differenziata? Si può fare ancora di più.Da Il caffè del 23 febbraio 2013<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV1O4O-LNZHu8CDFK0PZiSdCDane1PDazR_zqXabqtq60afWHkoCt-0sys7KF_GlV8Oul48-zvrV8BJHFXyk3Gn1BTVV5goq8UcZ8ALqxzmoh0wwUG7qEj0FxKlHELo0eVFhxfB5VMnRA/s1600/differenziata+caserta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV1O4O-LNZHu8CDFK0PZiSdCDane1PDazR_zqXabqtq60afWHkoCt-0sys7KF_GlV8Oul48-zvrV8BJHFXyk3Gn1BTVV5goq8UcZ8ALqxzmoh0wwUG7qEj0FxKlHELo0eVFhxfB5VMnRA/s400/differenziata+caserta.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Questo il claim della <b>campagna
di sensibilizzazione</b> avviata dal Comune di Caserta per far conoscere meglio
ai cittadini i servizi e le modalità della <b>raccolta
differenziata</b>. Da pochi giorni è nato un nuovo sito web <a href="http://www.differenziatacaserta.it/">www.differenziatacaserta.it</a>
fresco e colorato, con un’immagine evocativa di bimbi che corrono all’aperto, e
con il “più” sostituito da un + a simbolo, quasi a rappresentare una crocetta rosa,
forse ad indicare l’importanza per la vita e la salute di corretti “<b>comportamenti ambientali</b>”.</div>
<div class="MsoNormal">
Una sezione del sito spiega <b>come separare i rifiuti in casa</b>, dividendoli in ben 8 categorie:
umido, carta e cartone, indifferenziato, multimateriale, farmaci e pile,
ingombranti, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, oli
commestibili esausti. </div>
<div class="MsoNormal">
In un’altra sezione del sito è spiegato che per i <b>rifiuti ingombranti</b> è possibile chiedere
il ritiro a domicilio su prenotazione chiamando un numero verde “per
particolari esigenze”, ma non è specificato quali. In generale, infatti, i
cittadini sono tenuti a depositare i rifiuti ingombranti come materassi,
poltrone, divani, tavoli, biciclette, mobili vecchi ecc., presso le <b>3 isole ecologiche della città</b>.</div>
<div class="MsoNormal">
Le <b>pile e i farmaci</b>
vanno lasciate negli appositi contenitori che si trovano presso gli i
rivenditori, mentre per i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(<b>raee</b>) è possibile la raccolta
domiciliare su prenotazione o lo smaltimento presso le isole ecologiche. Ma se
si compra un nuovo elettrodomestico, ad esempio, è importante sapere che per
legge quello in disuso deve essere smaltito dal rivenditore. Anche gli <b>oli esausti</b> commestibili devono essere
smaltiti presso i centri di raccolta (isole ecologiche).</div>
<div class="MsoNormal">
E’ inoltre prevista <b>la
raccolta dei cartoni</b> per i commercianti, divisi in piccole utenze e grandi
utenze, che verrà fatta presso l’esercizio in determinate fasce orarie e
giorni. </div>
<div class="MsoNormal">
Il <b>porta a porta</b>
è valido invece per tutte le altre tipologie di rifiuti: ci sono specifici
giorni e orari per umido, multimateriale, carta e cartone e indifferenziato.
Per chi avesse dei dubbi su quali rifiuti appartengono a queste categorie, può
trovare molti esempi sul sito stesso. I kit di sacchetti possono essere
ritirati sempre presso le isole ecologiche, ogni 6 mesi. Sul sito ci sono gli
indirizzi delle isole ecologiche, con tanto di cartina.</div>
<div class="MsoNormal">
Alcune parti del sito, come quella che potrebbe essere molto
interessante, “<b>Dizionario della Raccolta
Differenziata</b>”, sono ancora in allestimento. Sembra sia prevista
l’attivazione dei relativi account <b>Facebook</b>,
<b>Twitter</b> e <b>You Tube</b>, anche se nessuno di questi è per ora ancora attivo. </div>
<div class="MsoNormal">
Un primo passo per collegare i cittadini al Comune su
tematiche così importanti sembra esser stato fatto. E’ importante però che il
sito non resti un luogo virtuale passivo e poco aggiornato, ma una comunità
dove possibile confrontarsi, trovare informazioni costantemente aggiornate e risposte
a dubbi o problemi, attraverso un filo diretto costante con il Comune e con chi
per esso si occupa della raccolta.</div>
</blockquote>
Luisa Ferrara<br />
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-87719092176486031342013-02-22T09:44:00.000+01:002013-02-22T17:09:49.976+01:00Terra violata.<br />
<div class="MsoNormal">
Da Il caffè del 16 Febbraio 2013.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimAgyMfy3QxL37DcoPXf4b_e6woJ6-UO4i1Sn4M1DX83CTsyInr01xfaWnBK_Z13zczyJZHU9sYqE7sJCWMebJEYFDaU8w7HWyv3DweXdWiivLblTIVh0TZCKEzAt0Qyk3u9c0BsPx4zo/s1600/CIMG0633.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimAgyMfy3QxL37DcoPXf4b_e6woJ6-UO4i1Sn4M1DX83CTsyInr01xfaWnBK_Z13zczyJZHU9sYqE7sJCWMebJEYFDaU8w7HWyv3DweXdWiivLblTIVh0TZCKEzAt0Qyk3u9c0BsPx4zo/s400/CIMG0633.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
GRANDE FOLLA ALL’INCONTRO SU SVERSAMENTI ABUSIVI E ROGHI DI
RIFIUTIORGANIZZATO DA ALCUNE ASSOCIAZIONI CITTADINE. DON ANTONELLO GIANNOTTI:
RIUNIONI MENSILI SULL’ARGOMENTO.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Una musichetta allegra e rilassante, le immagini di rifiuti
abbandonati e il fumo nero dei roghi. Cose inconciliabili, messe però assieme
da <b>Romano Montesarchio</b> nel video che
ha aperto l’incontro “<b>Terra Violata</b>”,
probabilmente per sottolineare l’assurdità di queste situazioni. «Questa è
un’emergenza sanitaria» spiega nell’intervento di apertura <b>Giuseppe Tescione</b> di OsservAzione, «che vede purtroppo tra i
responsabili la malavita organizzata, ma anche i cittadini comuni che, per
incuria, ignoranza o inciviltà, sversano il frigorifero, il materasso, il
seggiolino per auto dei bambini, non sfruttando i servizi messi a disposizione
dalle nostre amministrazioni». E chiude: «Qui si muore di <b>cancro</b>, e ciò è frutto della malagestione della cosa pubblica degli
ultimi 30 anni. Non ha colori politici». Uno schiaffo in faccia.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Così si è aperto l’incontro tenutosi venerdì 8 febbraio
presso la sala Moscati della chiesa del Buon Pastore a Caserta, una tavola
rotonda sul grave problema degli sversamenti abusivi e dei roghi tossici di
rifiuti nel territorio casertano, organizzata dal <b>Com.E.R.</b> (Comitato Emergenza Rifiuti), da <b>OsservAzione</b> e dal circolo <b>Legambiente</b>
di Caserta. L’incontro ha visto la partecipazione di tantissimi cittadini, che
hanno affollato la piccola saletta, messa a disposizione da <b>Don Antonello Giannotti</b>, portando con
sé tanta indignazione e tante domande. Al convegno hanno partecipato, oltre al
parroco, il magistrato <b>Raffaele
Piccirillo</b> del Tribunale di Napoli (noto per aver ordinato il sequestro
della discarica sita nella zona Lo Uttaro) e il dott. <b>Gaetano Rivezzi</b>, dell’<b>Associazione
ISDE Medici per l’ambiente</b>. Ha moderato la tavola rotonda la giornalista <b>Marilù Musto</b> de Il Mattino di Caserta,
che già più volte si è occupata di tali tematiche.</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhit5VBoTBBETddcWHvt4K8flwyB3N8aO4K0jFoxkRB8yrgMtxSd3ubuuF9KsWE09AwafQ3Jpyaba1RJK2dPVw75ttxDscQhXuVs196-OOy9_aTU7XzVuQoVBEZKybxK0wgh1d6suZt9g/s1600/Foto2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhit5VBoTBBETddcWHvt4K8flwyB3N8aO4K0jFoxkRB8yrgMtxSd3ubuuF9KsWE09AwafQ3Jpyaba1RJK2dPVw75ttxDscQhXuVs196-OOy9_aTU7XzVuQoVBEZKybxK0wgh1d6suZt9g/s400/Foto2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
L’allarme sociale è forte ormai già da qualche anno, e la
popolazione comincia ad essere molto preoccupata per l’alto rischio sanitario
legato alle varie forme di smaltimento illecito dei rifiuti, ovvero discariche abusive,
sversamento di veleni nelle campagne e roghi di rifiuti. Tra le provincie di
Napoli e Caserta c’è purtroppo una zona franca dove tutto è possibile, dove non
c’è controllo, dove la legge non ha potere. Tonnellate e tonnellate di rifiuti,
talvolta pericolosi, vengono abbandonati ogni giorno nelle campagne coltivate,
ai lati delle strade o nei canali, inquinando terreni e falde acquifere, o sono
dati alle fiamme per far posto ad altri rifiuti, impedendo così anche di
risalire ai responsabili dello sversamento.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il dott. Rivezzi ha evidenziato i dati allarmanti sulla
mortalità per patologie oncologiche che, secondo un recente studio dell’<b>Istituto per i tumori Pascale </b>di
Napoli, negli ultimi 15 anni è aumentata solo nel napoletano fino al 47% e nel
casertano del 28,4% tra gli uomini e del 32,7% tra le donne. Specifici studi
sulla presenza di diossina nel sangue di donne campane, hanno rilevato tassi
alti di presenza della sostanza molto al di sopra della norma, pericolosi per
lo sviluppo del feto e per la salute del bambino.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Nonostante, a più voci, gli amministratori pubblici abbiano
dichiarato la fine dell’emergenza rifiuti, in tutta la conurbazione urbana
casertana e in particolare nelle strade di confine tra i vari comuni, è
aumentato vertiginosamente il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e dei
conseguenti roghi. Un enorme affare per la <b>camorra</b>,
in particolar modo per il <b>clan dei
casalesi</b>, che, con la collusione di parte della politica e
dell’imprenditoria locale, compie ogni giorno questo scempio. Così, una regione
naturalmente predisposta all’agricoltura e all’allevamento, si ritrova a
contrastare un inquinamento pericoloso per l’ambiente e per la salute, senza
poter contare su leggi adeguate che davvero puniscano i responsabili di tali
crimini.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il magistrato Raffaele Piccirillo denuncia con veemenza, già
da diverso tempo, la mancanza di pene commisurate ai danni perpetuati
all’ambiente dalla criminalità o da incoscienti imprenditori affaristi collusi con
essa. Quello che più fa male ai cittadini, è l’assistere al silenzio assordante
delle Istituzioni su queste problematiche, e la terribile sensazione di essere
soli a lottare contro i mulini a vento. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdnRBhupqFjhk26ACvPl0Z-pz5EViNeKBkC48Cx1vRAhqHgHcdtHOuEiXe5QCo2JgGGbgOZPnB7m7IYHjgU18p4BOajpJJU_Ot2tNJqDbqTvWQBopJB_06VOcQ8s4-Emt1p6w_qm_2Kqc/s1600/Foto1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdnRBhupqFjhk26ACvPl0Z-pz5EViNeKBkC48Cx1vRAhqHgHcdtHOuEiXe5QCo2JgGGbgOZPnB7m7IYHjgU18p4BOajpJJU_Ot2tNJqDbqTvWQBopJB_06VOcQ8s4-Emt1p6w_qm_2Kqc/s400/Foto1.jpg" width="400" /></a></div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
C’era il rischio che passasse un
<b>decreto</b>, presentato dal governo negli ultimissimi giorni del proprio mandato,
che permettesse di incenerire rifiuti all’interno delle cave. Ciò avrebbe
portato a situazioni ambientali rischiosissime per le persone, soprattutto in
città che hanno le cave a un tiro di schioppo. «Siamo contrari a ogni norma, come
quella dello schema di decreto in esame alla Commissione Ambiente della Camera lunedì
prossimo, che ipotizzi l’autorizzazione a <b>trattare rifiuti nei cementifici</b>»,
aveva detto sia all’incontro sia in una nota stampa il <b>sindaco Pio Del Gaudio</b>.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Nel frattempo lunedì 11 febbraio è passato, e la <b>Commissione Ambiente</b> ha espresso il
proprio parere contrario al decreto, scongiurando quindi ogni rischio per la
salute dei cittadini. Il sindaco, però, sottolinea la necessità per Caserta di
avere un impianto di trattamento dei rifiuti. «Non un inceneritore e non in
zona Lo Uttaro. Lo dico anticipatamente e in maniera netta per bloccare ogni
polemica e ogni strumentalizzazione», tranquillizza il primo cittadino. Resta
da vedere di cosa si tratterà. Lunedì scorso c’è stato il primo incontro con le
associazioni per decidere. «Auspico che il confronto continui proficuamente» fa
sapere Del Gaudio in un comunicato «e sia unicamente improntato al fare,
piuttosto che a pregiudizi o configurazioni di scenari più ampi delle
opportunità e delle urgenze che interessano Caserta».</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Ricordiamo che una parte della <b>discarica di</b> <b>Lo Uttaro</b> è
ancora piena di rifiuti. Giovanni Romano, assessore regionale all’Ambiente, ha
fatto sapere che sono stati stanziati 150 milioni di euro per interventi di
compensazione ambientale, 10 dei quali sono per il ripristino dell’area di Lo Uttaro. La bonifica, però, non
inizierà a breve: infatti, solo ad aprile inizieranno le gare d’appalto. Insomma,
prima o poi la bonifica si farà. Il problema è che non si sa quando.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Nel suo intervento, Don Antonello Giannotti - che propone di
fare <b>riunioni mensili </b>per discutere dell’argomento rifiuti e ambiente sul
nostro territorio - ha dichiarato che dei <b>170
funerali</b> celebrati nella sua chiesa lo scorso anno, 150 erano di morti per cancro.
Se le cose continueranno così si rischia «un esodo biblico», dice il parroco. E
probabilmente è anche arrivato il momento di dire basta a tutto ciò.</blockquote>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p> </o:p><b><i>Luisa Ferrara</i> e <i>Donato Riello</i></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-33536983497316863762013-02-07T23:21:00.000+01:002013-02-07T23:21:06.507+01:00Se una notizia è bella...<br />
Da Il caffè del 3 febbraio 2013<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlytFEgEYTwziWRENeqAz_eOgvmjg9MOs8OUWqIX66wvucet-f6CyHeEsniws-FmnqfOj0Bfj1nnhYhWcguMXGj8LgvuD3qoyTJesTNumSSBcfpppwXE0KndBq1JKSYRP29xuNS8fVWPM/s1600/guardia+costiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlytFEgEYTwziWRENeqAz_eOgvmjg9MOs8OUWqIX66wvucet-f6CyHeEsniws-FmnqfOj0Bfj1nnhYhWcguMXGj8LgvuD3qoyTJesTNumSSBcfpppwXE0KndBq1JKSYRP29xuNS8fVWPM/s400/guardia+costiera.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
E’ facile che ascoltando il Tg regionale della Campania o
leggendo i vari giornali online, locali e non, si apprendano notizie non sempre
“belle” su quello che accade in Campania. Del resto c’è il sentore un po’
generale che le belle notizie non siano vere e proprie notizie, ma in qualche
modo “propaganda”, o al massimo “promozione”. Quindi raccontare i problemi, è
più o meno, la regola.<br /> Vivere in Campania non è semplice: si prova quotidianamente
il forte contrasto tra la consapevolezza delle grandi potenzialità del nostro
territorio, e l’incapacità o la non volontà di saperle sfruttare al meglio.<br /> Si sente parlare a volte di inciviltà diffusa, di non
rispetto delle regole, di rifiuti abbandonati per strada, di roghi tossici non
denunciati, e tanto altro ancora. Ma la Campania è fatta anche degli autobus
senza gasolio, delle corse dimezzate della Circumvesuviana, delle strade piene
di buche, di giovani laureati che emigrano al Nord o all’estero, dei
disoccupati talmente disoccupati, che ormai si sono “organizzati”.<br /> Siamo un popolo talmente mancante di speranza e succube
della rassegnazione, che forse non sappiamo più cosa farcene della pizza, de
sole e del mandolino.<br /> Manca una volontà dall’alto nel cambiare le cose,
l’intervento delle Istituzioni può dirsi saltuario, e purtroppo, poco
incisivo.<br /> Eppure palpiti di speranza, di voglia di cambiamento,
arrivano, dalla gente, dalle persone comuni, quelle oneste e operose, che sono
tante, spesso silenziose, spesso stanche.<br /> “<i>Impianti
fotovoltaici, è record. La Campania punta sull'energia pulita</i>” - possiamo leggere su <b>Repubblica online</b>, ed esser fieri di essere il primo capoluogo di
Provincia con più megawatt di energia pulita prodotta: solo a Caserta, secondo
l’Enel, più di 1893 allacci, a Napoli 1631, a Salerno 1357, a Benevento 873.<br /> L’<b>Ansa</b> scrive:
“ <i>Nel corso del terzo trimestre del
2012 torna in territorio negativo la dinamica delle esportazioni dei distretti
tradizionali del Mezzogiorno, monitorati da Intesa Sanpaolo. Fa eccezione la
Campania dove hanno sperimentato buoni ritmi di crescita le esportazioni del
distretto del caffè e della pasta napoletana e delle Conserve di Nocera….</i>”.<br />
I prodotti tipici locali, vincono ancora, nonostante il
forte inquinamento del nostro territorio e la mancanza di accertamenti di
responsabilità e bonifiche. Segno che molte zone, forse, sono ancora salve, e
che siamo riusciti in parte a preservare ciò che ci dà lavoro e vita, perché
non continuare a farlo?<br /> Una notizia su tutte mi ha colpito: dal sito web della
rivista <b>Denaro.it</b>, versione online
della storica rivista economica cartacea campana, si legge di nuove tecnologie
in grado di “telerilevare” l’inquinamento delle acque e del territorio: “<i>Il velivolo </i>(Atr 42 MP della Guardia
costiera)<i> è dotato di una sofisticata </i>strumentazione
(Radar SLAR)<i> in grado di operare il
telerilevamento e il controllo del territorio e di restituirne poi una attenta
fotografia relativa alle fonti di inquinamento. E’ cioè in grado di attivare
una mappa di <b>alert ambientali</b> di
varia natura perché il corpo delle capitanerie lo ha allestito e dedicato alle
finalità istituzionali di monitoraggio ambientale</i>”.<br />Alcuni test sono già stati effettuati sul litorale Domitio ,
sul Volturno e sul Sarno. Sembra che la <b>Regione
Campania</b> voglia stipulare una convenzione con la <b>Guardia Costiera</b>, per un progetto di monitoraggio della “<b><i>Terra
dei fuochi</i></b>” per la lotta contro i roghi abusivi tossici e per rilevare
discariche abusive nascoste e prevenire gli sversamenti da parte delle
ecomafie. Un progetto sicuramente ambizioso, ma certamente necessario, che
auspichiamo possa realizzarsi nel più breve tempo possibile.<br />Ciò che forse manca, e sarebbe necessario in un processo di
questo tipo, è l’inasprimento delle pene per i <b>reati contro l’ambiente</b>, altrimenti si rischia di continuare a
investire denaro e forze in battaglie lunghe e fondamentali senza alcuna
certezza che chi ha commesso crimini ne paghi le conseguenze, vanificando
l’operato di forze dell’ordine, Istituzioni, magistrati e cittadini. </blockquote>
<br />
Luisa Ferrara<br />
<br />
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-1868456017517657152013-01-31T21:11:00.001+01:002013-01-31T21:36:37.422+01:00Elezioni social. <br />
<div class="MsoNormal">
Da Il caffè del 26 gennaio 2013</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnIi_D1xmCCza_CF7024jYyMySk8pk2iUnX3SjslGHSXy9WzTVSLAzHYqqbTEmcq9e_uxGkXyxpAQ-6BIzF-VSntPA_F4BKkITamPi_drKlD0Pu2ER2ShSRK6wiDnujQppbUaexAiLKJk/s1600/10-tips-on-monitoring-social-media.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnIi_D1xmCCza_CF7024jYyMySk8pk2iUnX3SjslGHSXy9WzTVSLAzHYqqbTEmcq9e_uxGkXyxpAQ-6BIzF-VSntPA_F4BKkITamPi_drKlD0Pu2ER2ShSRK6wiDnujQppbUaexAiLKJk/s400/10-tips-on-monitoring-social-media.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div>
<blockquote class="tr_bq">
E’ da più di un anno che provo a raccontare come la
discussione politica si sia ormai spostata anche online, e in particolare sui <b>social network</b> come Facebook o Twitter.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Finalmente anche la grande stampa, quella che conta, ha
cominciato a capire l’importanza di questi mezzi, le potenzialità e anche i
“pericoli”. Ad analizzare la comunicazione politica dei tweet di Twitter o dei
post di Facebook, a studiare il seguito di un politico piuttosto che di un
altro, a cercare di capire quant’è forte la ripercussione che ha una dichiarazione
quando a seguire un determinato esponente o partito, può esserci potenzialmente
una grossa fetta della Rete. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
E fioccano anche analisi e statistiche. Che non
mancano mai, in un’Italia così incerta.<br />
Secondo i <b>dati
Nielsen</b>, l’Italia è al primo posto nell’utilizzo di social media, anche più
degli Stati Uniti. Gli italiani passano tanto tempo su blog e social network,
all’incirca 1/3 di tutto il tempo trascorso online.</blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO3sVE394fV6LZC9ZfaRqnxhVeShyphenhyphenLKNgwcaLcht22sJNJQR1amMN8GGgJR0I9D0p4w8x5bGbGG6VLVqxJZ0p2cx4iG7QVn2qKzZ-BijHSFa7Lu0pfPvCAyP46ogJpk2Or_x9PaxbKny8/s1600/l_italia_ai_vertici_per_penetrazione_dei_SN.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO3sVE394fV6LZC9ZfaRqnxhVeShyphenhyphenLKNgwcaLcht22sJNJQR1amMN8GGgJR0I9D0p4w8x5bGbGG6VLVqxJZ0p2cx4iG7QVn2qKzZ-BijHSFa7Lu0pfPvCAyP46ogJpk2Or_x9PaxbKny8/s1600/l_italia_ai_vertici_per_penetrazione_dei_SN.jpg" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Un occasione ghiotta, fanno notare gli studi Nielsen, per le
imprese e il marketing, e ovviamente, aggiungerei anche per la politica. Che in
fondo non fa che vendere un “prodotto”, imbonendo il compratore che sia meglio
di quello degli altri. Che sia un programma, un’ideale, un progetto, o una
grande bugia.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Dopo anni in cui lo spirito critico degli italiani è stato
messo a dura prova dal duopolio televisivo Rai-Mediaset, da un conflitto di
interessi palese e mai affrontato seriamente, da un editoria stanca e
conservatrice di se stessa, forse queste nuove modalità di comunicazione e
partecipazione, possono sembrare un respiro di sollievo, una nuova opportunità
di conoscere i fatti e poterli commentare.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Ma quanto realmente l’approccio dei nostri esponenti
politici è innovativo e significativo? Quanto, invece, resta solo lo specchio
del loro modo classico di comunicare agli italiani? Quanto, la loro presenza
online è cassa di risonanza di combattimenti in arene televisive, trasformando
la partecipazione degli utenti dei social media in mero commento dei peggior
teatrini che si tengono nei salotti dei più seguiti talk show?</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Non sono queste domande retoriche, perché le risposte
possono essere varie e contrastanti. L’uso che se ne fa di questi mezzi dipende
ancora una volta dal grado di consapevolezza che si vuole avere dei fatti, da
quanto si è interessati a un’informazione sana e pulita, che non sia tifo
politico.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
La campagna elettorale che ci porterà alle <b>elezioni del 24 e 25 Febbraio</b> è ancora
fatta di manifesti e comparse televisive, mentre la forma del comizio sta, in
taluni casi, lasciano spazio a una piazza “virtuale”. Alcuni esempi contrastano
con questa tendenza, come i palchi di Beppe Grillo o come Matteo Renzi che ha
girato l’Italia in camper.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
In ogni caso, secondo il sociologo <b>Marcio Morcellini</b>, Twitter in particolare, ha il merito di fornire
delle <b>parole chiave</b>, ossia argomenti
rilevanti, che poi il politico andrà a sviluppare in tv. Chi l’avrebbe mai
detto che un “hastag” sarebbe diventato più importante di uno slogan su un
manifesto, o un discorso preparato?</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Ma la cosa più importante, che ad esempio offre un mezzo
come Facebook, dove sicuramente c’è più spazio per esprimersi rispetto ai 140
caratteri di un tweet, è la possibilità di raccontare le proprie giornate, il
proprio operato, ribadire le leggi per cui si è lottato o votato contro,
rendere partecipe chi ci segue delle
proprie idee e progetti, senza passare per un’intervista giornalistica, un
articolo di giornale, l’interpretazione di un “avversario”. Diretti
all’interlocutore, senza filtri, se non quello dello Staff incaricato di
aggiornare la propria pagina, e magari eliminare i commenti più scomodi.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Che vinca, dunque, lo Staff migliore.</blockquote>
<br />
Luisa Ferrara<br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-4692375631168826772013-01-22T11:48:00.002+01:002013-01-22T14:08:41.749+01:00Il legame tra Cosentino e i colletti bianchi della camorra casalese.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2wUBJafNreTM0frFaehA71QIjf9gW02qGJ7sN1GxkD7AAA7QYkrXUwm0P7hi4ilpvAl8NzIR8Tu31wB5A8j4EsQzIhrPp3b08aQSHH8DYxNq5zWdOzhkn_lDDNA31s9oLQqvNert4zPU/s1600/berlusconi-e-cosentino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2wUBJafNreTM0frFaehA71QIjf9gW02qGJ7sN1GxkD7AAA7QYkrXUwm0P7hi4ilpvAl8NzIR8Tu31wB5A8j4EsQzIhrPp3b08aQSHH8DYxNq5zWdOzhkn_lDDNA31s9oLQqvNert4zPU/s320/berlusconi-e-cosentino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Ho smesso di chiedermi da un pezzo, come mai un essere come <b>Cosentino Nicola</b>, sia in politica.<br />
<br />
Perché sia in Parlamento e come ci sia arrivato, è fin troppo chiaro, agli occhi di tutti, di tutti quelli che vogliono vedere.<br />
<br />
<b>Secondo l'accusa Nicola Cosentino è un camorrista, un interno, non solo un tramite con la camorra casalese.</b><br />
<b><br /></b>
E' stato condannato, non in "via definitiva", ma ci sono prove schiaccianti contro di lui (come foto e intercettazioni).<br />
<br />
Non è stato condannato in via definitiva, solo perché è stato salvato dal Parlamento, quando la Camera ha votato contro il suo arresto.<br />
<br />
Perché i miei concittadini campani continuano a votarlo, a sostenerlo, ad applaudirlo?<br />
<br />
Non mi è chiaro.<br />
<br />
Forse a questa specie di gente, piace che la nostra terra sia inquinata da rifiuti tossici, che la criminalità governi, che i colletti bianchi siano sempre più corrotti. Che l'ingiustizia regni sovrana.<br />
<br />
Ma a molti campani non va giù. E non sono solo indignati, ma anche arrabbiati.<br />
<br />
E' arrivato il momento di dimostrare che non siamo succubi di questa brutta gente, e che abbiamo la forza di reagire. Ringraziando Dio c'è stato dato il voto, usiamolo con cervello.<br />
<br />
Cacciamo le palle.<br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-32988390153943465152013-01-20T22:03:00.000+01:002013-01-20T22:03:08.331+01:00Raccontare non è speculare. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvFYX9pEww85pMFo0-Lf7YYWLoWhucIgXBiE6Pc-uiw7c8l5kHzkOWWaz7kPhe1IRi1soGFtUU6Bq4k94odjE9uiQdn0SAx-uMr9KebWrmP_Tnui2bVzTCY8A-S9Dz8v1NQfz7hhd6i9g/s1600/manifesto_anti-saviano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvFYX9pEww85pMFo0-Lf7YYWLoWhucIgXBiE6Pc-uiw7c8l5kHzkOWWaz7kPhe1IRi1soGFtUU6Bq4k94odjE9uiQdn0SAx-uMr9KebWrmP_Tnui2bVzTCY8A-S9Dz8v1NQfz7hhd6i9g/s400/manifesto_anti-saviano.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Credo che <b>Roberto Saviano</b>, in quanto essere umano, possa essere criticato assolutamente, ma dargli colpe che non ha mi sembra assurdo. Quei manifesti sono ridicoli, e chi li ha fatti ha la responsabilità, ancora una volta, di far fare un passo indietro a <b>Scampia</b>. E non perché non si farà la fiction, di cui non è detto che si debba sentire l'esigenza, ma perché si avalla l'ipotesi che raccontare le cose significhi avere la colpa di quello che accade. Deplorevole concetto, camorristico e mafioso.</blockquote>
<br />
L'ho scritto stamattina su <a href="https://www.facebook.com/ilmiopensierononquotidiano" target="_blank">Facebook</a>, commentando il post di un collega.<br />
<br />
Fiction o non fiction? Non è questo il problema.<br />
<br />
Sicuramente a Scampia serve altro, serve tanto, partendo dal legittimare e dar luce al lavoro che tante associazioni, e tante brave e oneste persone, fanno ogni santissimo giorno sul territorio. E' giusto lottare affinché tutto questa venga fuori e vada finalmente dinanzi alle telecamere, ma non si può trattare Saviano come uno che gode delle miserie di Napoli e provincia per "farsi i soldi sopra". Questo farebbe il gioco di chi finora lo ha denigrato affinché si spaventasse e non raccontasse più. Ma raccontare i fatti talvolta è un modo per uscire allo scoperto, e cominciare ad ammettere i problemi, prima di trovare il modo di risolverli. E per risolverli, ahinoi, non basta la penna di uno scrittore o di un giornalista, ma serve grande morale, coscienza civile, interesse dello Stato, azione politica.<br />
<br />
Non ce lo dimentichiamo.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-600193440806913832013-01-17T17:33:00.002+01:002013-01-17T17:37:16.943+01:00L'oscenità di Marchionne. <span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'ho scritto qualche giorno fa sul mio profilo <a href="https://www.facebook.com/EveyHammond" target="_blank">Facebook</a>, presa dalla rabbia:</span><br />
<div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ9IlSklFmiEV4E-z68ESVG2im83LYwu0TNjhx5wVhMTEAbWk5y0Yo5hz9Kdg1iJHTIxpjsyc6kSiXeZyEMJpHyFupzI23GDCUEmoejccVqv7O4xuwjFjQPvAHBeAddVoJcFuod7gu6oQ/s1600/img1024-700_dettaglio2_big_Marchionne-2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ9IlSklFmiEV4E-z68ESVG2im83LYwu0TNjhx5wVhMTEAbWk5y0Yo5hz9Kdg1iJHTIxpjsyc6kSiXeZyEMJpHyFupzI23GDCUEmoejccVqv7O4xuwjFjQPvAHBeAddVoJcFuod7gu6oQ/s320/img1024-700_dettaglio2_big_Marchionne-2.JPG" width="320" /></span></a></div>
<div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 20px;">Come si fa a dire che uno che mette per anni i suoi operai in cassa integrazione sia un grande imprenditore? Parliamone, parliamo di Marchionne, provate ancora a difenderlo. E' una vergogna. </span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 20px;">Un grande imprenditore, che crede nel libero mercato, non si affida continuamente allo Stato per mettere le toppe ai problemi della sua azienda. Perché è così difficile da capire che la Fiat non ha futuro?</span></span></blockquote>
<br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E continuo a pensarlo, giorno dopo giorno.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Marchionne è uno di quegli esseri che mi crea profonda amarezza. Faccia come il culo, nessuna sensibilità, poca bravura e tanta supponenza.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un uomo che non ama la sua azienda, non cerca di difenderla, ma vuole solo scampare ai problemi e continuare a incassare milioni e milioni di euro all'anno.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La cosa "bella" è che continua, indisturbatamente, a fottersi soldi dallo Stato e a prendere per i fondelli tutti.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Le <a href="http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_monti_marchionne_impianti_melfi_investimenti/notizie/244933.shtml" target="_blank">sue dichiarazioni</a> rasentano ormai il ridicolo, mi ricordano un altro esponente dell'imprenditoria italiana, le cui aziende però perlomeno funzionano. Non fatemi fare nomi.</span><br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-27758920184522573632012-12-26T10:44:00.001+01:002012-12-26T10:47:54.157+01:00La fine del mondo in un hastag. <br />
Da Il caffè del 21 dicembre 2012<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4UJg_wVbU8yNq1wzusIt-Aj8rzJ5BjtRnzWljYQJSjYze2qWTy-yquKk3aMjvz9Ws9BBZxM9JAl698K4pLYRO4hyphenhyphen6o65otSZ9oEU9aV8u666wKIQSw-q0YL8EXJP7L8PY0mTpuJaQ0uY/s1600/LEGANERD_029742.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="312" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4UJg_wVbU8yNq1wzusIt-Aj8rzJ5BjtRnzWljYQJSjYze2qWTy-yquKk3aMjvz9Ws9BBZxM9JAl698K4pLYRO4hyphenhyphen6o65otSZ9oEU9aV8u666wKIQSw-q0YL8EXJP7L8PY0mTpuJaQ0uY/s320/LEGANERD_029742.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<b>#DomaniNonPossoMorirePerchè</b>
(scritta proprio così, con l’accento su perché sbagliato), è una delle prime
tendenze tra gli hastag Twitter, insieme <b>a
#finedelmondo</b>.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Sembra che questa storia sulla fine del mondo abbia
conquistato proprio tutti, scettici, increduli, dubbiosi, ma soprattutto
ironici. Ce n’è da inventar di battute e tormentoni, data la straordinarietà
della notizia. In generale, online, fioccano articoli, immagini, vignette, chi
più ne ha ne metta. E’ come se ci fosse bisogno, in fondo, di esorcizzare i
disastri cui ogni giorno si assiste impotenti.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Il TgCom (mediaset.it) racconta le scommesse che si stanno
facendo su come finirà il mondo: peste, attacco nucleare, pioggia di meteoriti,
Apocalisse degli Zombie. La domanda è: chi ritirerà la vincita se il mondo sarà
finito?</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Su Facebook c’è chi propone un happy hour della fine del
mondo, per aspettarla con un aperitivo e con un countdown tutti insieme
appassionatamente, e chi si chiede come i Maya avessero fatto a prevedere la
fine del mondo e non la propria.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Senza considerare che in alcuni Paesi del mondo, per via del
fuso orario, la fine del mondo dovrebbe essere anticipata di parecchie ore,
perché il 21 cade prima che in Italia.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Solo superstizione? Deduzioni sbagliate? Sicuramente sì,
anche perché sia la Nasa che il CNRS francese hanno già abbondantemente
smentito più volte la notizia di un imminente asteroide, o addirittura
dell’inversione dei poli e dello spostamento dell’asse terrestre, altra teoria
spesso sbandierata, ma completamente infondata.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
E perché allora tanta attenzione a questo argomento? Forse
perché è diventato un fenomeno mediatico, se non addirittura “virale”.<br />
C’è chi però guarda alla “fine del mondo” come alla fine di
un’era, un periodo storico, in senso metaforico: la fine comporta un nuovo
inizio, una rinascita. E se fosse davvero così? L’Occidente sembra stia
perdendo il suo primato di superiorità rispetto al resto del mondo, altri Paesi
crescono e si arricchiscono, l’Europa sta vivendo un periodo di profonda crisi
economica.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Per alcuni studiosi questo non vuol dire per forza una
retrocessione dell’Occidente, ma un cambiamento di rotta. Ad esempio, si
potrebbe guardare alle potenzialità offerte dalle “città intelligenti” in cui
grazie alle tecnologie il risparmio energetico è ottimizzato, le infrastrutture
di trasporto sono gestite in maniera intelligente, i cittadini possono
interagire meglio tra loro, anche a grandi distanze, grazie ad apparati
cellulari. Meno acciaio e cemento, ma polis come entità vive, pulsanti.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
In attesa di sapere cosa accadrà davvero, si comincia a fare
un bilancio, quel bilancio che di solito tendiamo fare a fine anno.<br />
Si spera che per il 2013 l’Italia riacquisti fiducia in se
stessa, come Nazione, come Popolo, come Paese. E’ dura ma bisogna resistere. </blockquote>
<br />
Luisa Ferrara<br />
<br />EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-86814039149064382852012-12-25T15:57:00.000+01:002012-12-25T16:15:29.558+01:00Dal gusto all’impegno, i sapori della legalità.<br />
Da Il caffè del 21 dicembre 2012.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGdyWlGSP6TnrcczDLiFh1yYcZTukqDwl5ve5ZtA1Tk5-B4cc0FBi3xjKFM69f4DLKEWJNxSpXefkmXPhD1xYqZDsVb5QwLlQNJ7VuqjP-hJ-gTFTIGeS6AbbpkRN02JIWKmEtGZmfzcA/s1600/155458_343451235762004_357408368_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGdyWlGSP6TnrcczDLiFh1yYcZTukqDwl5ve5ZtA1Tk5-B4cc0FBi3xjKFM69f4DLKEWJNxSpXefkmXPhD1xYqZDsVb5QwLlQNJ7VuqjP-hJ-gTFTIGeS6AbbpkRN02JIWKmEtGZmfzcA/s320/155458_343451235762004_357408368_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
“<b>Facciamo un pacco
alla camorra</b>” è una di quelle iniziative che ci rendono orgogliosi dei
nostri conterranei, della fantasia e della voglia di non mollare mai, e di
sapersi sempre mettere in gioco, con i propri mezzi e antiche speranze.<br />
<br />
La speranza di combattere la criminalità organizzata “dal
basso”, attraverso coesione sociale e cultura, e con la convinzione di dover
cambiare una mentalità dominante che mette al centro l’arroganza e l’egoismo
personale.<br />
<br />
La speranza di fare qualcosa di concreto, partendo da valori
e dalle qualità che già si posseggono. Per sentire l’economia non come qualcosa
di distante e complesso, ma come il risultato del lavoro quotidiano, delle
proprie idee e capacità.<br />
<br />
Questa credo che sia la filosofia che sta dietro il “<b>Nuovo commercio organizzato</b>” e
l’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra”. Come? Con i prodotti delle
nostre terre, l’amore per i cibi sani, naturali, saporiti.</blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis3F7eZwRt7J-x5Z1JG5KCV7hHPD6O0ZMNnchyeGtNQGrH3WRKeGux4o9G_N6QEpHo4kTYD2ZeqKnsWIzyCqAj627UEf_iXsgHH435UY1IGbUXzgZHsUFs30z3DEmIL0YWVQeDlzdGG5M/s1600/pacco_Memoria_1024x1024.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis3F7eZwRt7J-x5Z1JG5KCV7hHPD6O0ZMNnchyeGtNQGrH3WRKeGux4o9G_N6QEpHo4kTYD2ZeqKnsWIzyCqAj627UEf_iXsgHH435UY1IGbUXzgZHsUFs30z3DEmIL0YWVQeDlzdGG5M/s320/pacco_Memoria_1024x1024.jpg" width="320" /></a></div>
<blockquote class="tr_bq">
Le nostre terre, quelle confiscate alle mafie, quelle ridate
alla cittadinanza, lavorate con amore da gente che crede fortemente nella
rinascita. Una rete di cooperative sociali che lavora sulle terre di Don Peppe
Diana, portando avanti il suo insegnamento, e vincendo ogni giorno.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Non solo, dunque, il riutilizzo produttivo dei beni
confiscati alla camorra, ma anche inserimento lavorativo, per dare davvero una possibilità
alle persone che lo meritano, che lavorano nella legalità e nel rispetto delle
regole. Perché è solo così che si vince la criminalità, non con le parole, ma
lavorando concretamente, ogni giorno “in direzione ostinata e contraria”.</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizWy3Eb6XROi8k0qrQbo2kDs3XREhSDcoMlvx4k7lZI6UDfcIKTcJ-7XpqjoduWg1VCyiBJRhHuwEOJ2uhYty7lLsSQXxJ9rxdTKMHxL85ncFRQnAjnOvJi8lcE4pqkEN9DgRgAsbAznM/s1600/pacco_Responsabile_1024x1024.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizWy3Eb6XROi8k0qrQbo2kDs3XREhSDcoMlvx4k7lZI6UDfcIKTcJ-7XpqjoduWg1VCyiBJRhHuwEOJ2uhYty7lLsSQXxJ9rxdTKMHxL85ncFRQnAjnOvJi8lcE4pqkEN9DgRgAsbAznM/s320/pacco_Responsabile_1024x1024.jpg" width="320" /></a></div>
<blockquote class="tr_bq">
Se siete curiosi di conoscere i prodotti inseriti nelle
confezioni regalo dell’iniziativa, potete visitare il sito ufficiale: <i>http://ncocommercio.myshopify.com/</i> e
anche collegarvi alla pagina Facebook <i>https://www.facebook.com/pages/Facciamo-un-pacco-alla-camorra/119000991540364</i>.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Potrete scoprire così anche gli appuntamenti e gli eventi
previsti, i punti vendita che vendono le confezioni regalo e gli stand
temporanei per il periodo di Natale.<br />
Un bel pacco alla camorra, invece del classico cesto di
Natale, e si fa un bel gesto, per sé e per gli altri. </blockquote>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<o:p> Luisa Ferrara</o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-31289678738121089432012-12-19T16:01:00.001+01:002012-12-20T13:08:49.830+01:00Tutti su Twitter, c'è Berlusconi. Da Il caffè del 14 dicembre 2012.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoGFfJTvs6cdLoPEXG2sCu9A_ths9dH_OYvehwyThofA-5KVgfdpVShkwVJop94mh3T5kbLOJdNEJD-4eHiNa_Cl_CIu5OSvIV56rZhAnXZacVjfyyAmSmCWA27ffgiJnoOSbAJ4KvHDI/s1600/berlusconi_twitter_6779.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoGFfJTvs6cdLoPEXG2sCu9A_ths9dH_OYvehwyThofA-5KVgfdpVShkwVJop94mh3T5kbLOJdNEJD-4eHiNa_Cl_CIu5OSvIV56rZhAnXZacVjfyyAmSmCWA27ffgiJnoOSbAJ4KvHDI/s320/berlusconi_twitter_6779.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto da daily.wired.it</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Dimissioni di Monti e ridiscesa in campo di Berlusconi, si
proprio così. Tutto insieme, in poche ore. Tanto che, non si capisce fino in
fondo, quanto le due cose siano conseguenza l’una dell’altra.</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Non ce lo aspettavamo, si può dire. Non così in fretta. I
più avrebbero preferito la modifica della legge elettorale, la cosiddetta
“Porcellum”, prima di andare al voto. Si vota invece a Febbraio, e mentre dal
lato delle “sinistre” è chiaro grazie alle Primarie chi sarà il candidato, a
destra c’è confusione, troppa incertezza.</div>
<div class="MsoNormal">
Si era parlato di primarie del Pdl, ma Berlusconi ha tolto
ogni dubbio, riproponendosi come leader, senza che nessuno dei suoi fiatasse.
Nessun ostacolo, tutti in ordine e obbedienti. Che delusione.</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Online l’ironia è fulminante. Berlusconi è descritto come un
“dinosauro” della politica, alcuni sono increduli, altri scoraggiati, per non
dire “schifati”. </div>
<div class="MsoNormal">
Le domande sono tante, anche perché in poche ore, sembra che
tutto cambi, senza alcuna logica apparente.</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Su Twitter l’hastag <b>#Berlusconi</b>
ovviamente è tra i primi 8 più importanti. </div>
<div class="MsoNormal">
“<i>E’ che a lui piace
proprio ascoltarsi. Non se ne esce. Lo spettacolo quest'uomo ce l'ha dentro</i>”,
scrive una ragazza.</div>
<div class="MsoNormal">
E’ tutto un citare frasi “pazze” dell’ex premier, <i>“#Berlusconi da #Belpietro:</i> ‘<i>Che ci importa dello spread, è un imbroglio’”</i>,
oppure <i>“#Berlusconi: ‘Lo #spread è
un'invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli
italiani’</i>”. </div>
<div class="MsoNormal">
</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Si è parlato anche dell’alleanza- non alleanza con Lega
Nord: <i>“#Berlusconi #Vespa: ‘O la Lega mi appoggia o saltano le giunte di
Piemonte e Veneto’</i>”. </div>
<div class="MsoNormal">
E di tutta risposta, un utente scrive: “#<i>Berlsuconi eh, eh, chi di Lega ferisce di
Lega perisce</i>.”</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
All’improvviso arriva una notizia che lascia tutti di
stucco, increduli, disturbati.</div>
<div class="MsoNormal">
“<i>Ieri #Monti era
servo della cattivissima Merkel, oggi ‘Se si candida come leader moderati io mi
ritiro’. #Berlusconi. #chiamatelaneuro”.<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Un utente sintetizza le ultime grandi mosse politico strategiche
dei nostri personaggi politici e non: <i>“#Berlusconi non
si candida se si candida #Monti, #Montezemolo invece ci sarà ma solo
con Monti. #Monti dal canto suo riflette. Pure noi</i>”.</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Infine, un botta risposta dal calibro della migliore
telenovela alla Beautiful: <i>“#Berlusconi: ‘#Renzi,
per te la porta è aperta’". Lui replica: ‘Chiudila pure’”</i>. </div>
<div class="MsoNormal">
Ma qual è stata la vera, chiara e concisa risposta di Renzi,
che fatto tanto scalpore? </div>
<div class="MsoNormal">
“<i>Caro Silvio, le cose
si possono comprare, le persone no. Non tutte, almeno. Io no. Hai le porte
aperte per me? Chiudi pure, fa freddo!#ciao</i>”.</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
La sensazione che il dibattito politico, si stia spostando
anche online, e in particolare, sui social network, è sempre più forte. Pensate
che persino il Papa Benedetto XVI è su Twitter. </div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Mi sa che gli scettici, debbano cominciare a ricredersi.</div>
</blockquote>
<br />
Luisa Ferrara<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</blockquote>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-27124282575007977712012-12-11T21:25:00.000+01:002012-12-11T21:34:20.089+01:00Disamore criminale.Da Il caffè del 7 dicembre 2012.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrmpu_A93Pr80YVDnbqaX1EfoL7IBckS9shbLd5535ijXcH4mEOWLMN-bZNEZCZs419JGMt8tNbx5QB34fXUir2rRcjGFcvzQ8CXj3aOdRzUh1jbPvYOZW1rgb8b2PFoVkI46krmpJCx0/s1600/553923_10151296159085783_72006459_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrmpu_A93Pr80YVDnbqaX1EfoL7IBckS9shbLd5535ijXcH4mEOWLMN-bZNEZCZs419JGMt8tNbx5QB34fXUir2rRcjGFcvzQ8CXj3aOdRzUh1jbPvYOZW1rgb8b2PFoVkI46krmpJCx0/s320/553923_10151296159085783_72006459_n.jpg" width="240" /></a></div>
<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
<b>25 novembre 2012</b>.
Non solo le primarie del centro sinistra, la fila per votare o i tanti seggi
vuoti. Non solo Il testa a testa di Renzi e Bersani, ma anche una giornata che
ha un significato particolare per tutta l’Italia e per tutte le donne. </div>
<div class="MsoNormal">
E’ dal 1999 che, tramite una risoluzione, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha
designato il 25 novembre come la <b>Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le
donne</b>, e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e
le Ong, a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione
pubblica in quel giorno.</div>
<div class="MsoNormal">
L’Onu non ha fatto altro che ufficializzare una data che era
stata scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi in Colombia nel 1981,
per ricordare il brutale assassino delle tre sorelle Mirabal nel 1960,
considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di
contrastare il regime dittatoriale della
Repubblica Dominicana.</div>
<div class="MsoNormal">
Man mano questa data è stata adottata da varie associazioni
e organizzazioni, come anche Amnesty International. In Italia diversi centri
antiviolenza hanno cominciato a celebrare questa giornata portando sotto i
riflettori i <b>tanti episodi di violenza e
omicidio che ogni giorno si susseguono contro le donne</b>. </div>
<div class="MsoNormal">
E se l’informazione tradizionale più attenta si muove nei
canali classici, online girano tanti <b>articoli,
vignette, messaggi</b> sia nelle varie testate giornalistiche, sia nei blog che
sui social network, che sono come sempre mezzo di espressione e discussione per
tanti utenti, soprattutto giovani. </div>
<div class="MsoNormal">
Su <b>Twitter</b> ad
esempio sono andati forte gli hastag <b>#nomore</b>,
<b>#25novembre</b>
e <b>#femminicidio</b>, e ci sono stati
tanti commenti per commemorare questa importante giornata, non senza un velo di
sfiducia e polemica. </div>
<div class="MsoNormal">
Gaia ricorda: “<i>Oggi,
per favore, non parlate solo di primarie: è la giornata mondiale della violenza
contro le donne</i>”, mentre Elena ci tiene a dire che: “<i>La giornata contro la violenza sulle donne non dovrebbe essere solo
oggi ma tutti i giorni e ogni secondo dell'anno</i>”.</div>
<div class="MsoNormal">
E’ più diretta Valentina: “<i>La violenza sulle donne è una vera piaga sociale. Uomini imparate il
rispetto. Donne insegnatelo ai vostri figli</i>”, sottolineando, dunque, come
la violenza sulle donne sia il risultato di un problema profondamente
culturale. </div>
<div class="MsoNormal">
Stefania porta i conti: “<i>La
violenza domestica è la prima causa di morte di donne nel mondo tra i 16 ai 24
anni</i>”, mentre Manuela si chiede: “<i>Perché
la #violenza sulle donne non è una priorità nell’agenda politica di
questo Paese?</i>”.</div>
<div class="MsoNormal">
Tante domande, tutte legittime, tutte importanti. C’è anche
chi esorta al cambiamento, che venga dall’alto: “<i>Odio i proclami e le strumentalizzazioni politiche. Piuttosto
impegnatevi per cambiare qualcosa, davvero.</i>”</div>
<div class="MsoNormal">
E poi c’è chi, guarda caso proprio un uomo, un ragazzo di
nome Guido, ci ricorda: “<i>Le donne
sono persone. E come tali, hanno il diritto di essere rispettate, valorizzate e
tutelate. Un sorriso sincero, per voi</i>.”</div>
<div class="MsoNormal">
Meglio di un fiore, grazie.</div>
</blockquote>
<br />
Luisa Ferrara<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</blockquote>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-50224749415183300592012-11-28T13:57:00.000+01:002012-11-28T14:02:34.012+01:00La striscia di Gaza e la battaglia virtuale. <div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Da Il caffè del 23 novembre 2011.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilkaxnnHgSEURZUiOCfLjMhhzAEnq89O4r9OUmhy_LpqgUvU9nOGET7zu5XATdS3GPK2o9WuSJmIRpQYEWO5GFqbiW4X2PbZt8UYf8LDrypfI1mltDoINc-fJsaQGY3zfakTR2ZynBGLY/s1600/vignetta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilkaxnnHgSEURZUiOCfLjMhhzAEnq89O4r9OUmhy_LpqgUvU9nOGET7zu5XATdS3GPK2o9WuSJmIRpQYEWO5GFqbiW4X2PbZt8UYf8LDrypfI1mltDoINc-fJsaQGY3zfakTR2ZynBGLY/s400/vignetta.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
Sono giorni d’inferno per la striscia di Gaza, da quando il
conflitto si è riacceso. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Salgono a 164, di cui 43 bambini, le vittime
palestinesi nei raid israeliani su Gaza, terminati ieri sera.<br />
5 i morti israeliani, soltanto 5 verrebbe da dire, come se
fosse bello fare un confronto tra “morti”.<br />
Oggi, 22 novembre, sembra sia arrivata la tregua, anche se
non si sa quanto davvero possa durare e quanto sia stabile. In poche ore tutto
può ribaltarsi, tutto cambia, tutto scoppia. Così è la guerra.<br />
Su <b>Twitter </b>c’è un
susseguirsi di messaggi speranzosi: “<i>La
tregua regge</i>” oppure “<i>Gaza, notte
tranquilla, tornata la calma nella Striscia</i>”. Ma l’ansia per il pericolo di
una ripresa da parte del governo israeliano nel bombardare i palestinesi non
passa.<br />
Una delle notizie più commentate è la foto di un <b>bambino con una
pistola</b> tra fuochi d’artificio e raffiche di spari durante i festeggiamenti
palestinesi per l’interruzione dei raid.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-HHb5mK2GrwB8Hm647GBtUjui7viZ4Kl2LL42aN7loSPnoqm2zpl-sqMBSOmYQmK5E-NSIroclFmE1d33VZPTyUYULOZKgi7CIIegR4n05-AvxKEoHtMAandPZLLanhDzLr0T83tcags/s1600/bimbo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-HHb5mK2GrwB8Hm647GBtUjui7viZ4Kl2LL42aN7loSPnoqm2zpl-sqMBSOmYQmK5E-NSIroclFmE1d33VZPTyUYULOZKgi7CIIegR4n05-AvxKEoHtMAandPZLLanhDzLr0T83tcags/s320/bimbo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Dure le critiche all’esercito israeliano: “<i>L’esercito israeliano, il più moderno e
sofisticato del mondo, sa chi uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore</i>.”<br />
Ma non ci sono solo commenti degli utenti da tutto il mondo,
che esprimono paura e sentimenti contrastanti, oltre che ragioni opposte, ma
anche tweet ufficiali da parte di ambedue le fazioni, l’esercito israeliano e
Hamas. Stavolta sembra che questa guerra non sia fatta solo missili e di
bombe. Il conflitto è passato sui social network da quando <b>l'esercito israeliano</b> ha scelto Twitter
per rendere note le sue operazioni militari, e anche le <b>brigate di Hamas </b>utilizzano i tweet per informare su obiettivi e
vittime.<br />
<b>Al Jazeera</b>
racconta di una guerra a colpi di “<i>hastag</i>”
per controllare la narrazione del conflitto sui social. E quello che sembra un
mondo lontano, diventa così vicino a noi che abbiamo difficoltà a comprendere
come siano cambiati i tempi, e come tutto da decenni in fondo sia fermo.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglbTj9IH56sSJpukNi-Xxes4BGBj_jdWM2DZSTiDqPa6wT5QgBQiPfwTl59W8HZp6yj9Cwd3tiouVEZKwvHIUUemwmqHu0TS3BJeccyE8H2pEww7IKUkySnz2u1d9HU6O7b04ggEnsL9U/s1600/ragazzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglbTj9IH56sSJpukNi-Xxes4BGBj_jdWM2DZSTiDqPa6wT5QgBQiPfwTl59W8HZp6yj9Cwd3tiouVEZKwvHIUUemwmqHu0TS3BJeccyE8H2pEww7IKUkySnz2u1d9HU6O7b04ggEnsL9U/s320/ragazzi.jpg" width="320" /></a></div>
</blockquote>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglbTj9IH56sSJpukNi-Xxes4BGBj_jdWM2DZSTiDqPa6wT5QgBQiPfwTl59W8HZp6yj9Cwd3tiouVEZKwvHIUUemwmqHu0TS3BJeccyE8H2pEww7IKUkySnz2u1d9HU6O7b04ggEnsL9U/s1600/ragazzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
Una guerra scritta in inglese, seguita dal mondo, virtuale
oltre che reale. Che diventa guerra di immagini, tra foto struggenti di bambini
ammazzati, di cui è difficile distinguere la “<b>nazionalità</b>”. Un conflitto
infinito, che non sembra trovare soluzione, per il quale non si trovano le
responsabilità.<br />
O forse non si vogliono ammettere.</blockquote>
<div class="MsoNormal">
<br />
Luisa Ferrara<br />
<br />
<br /></div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-5579078724376524722012-11-25T14:07:00.000+01:002012-11-25T14:09:00.058+01:0025 novembre 2012<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg-Mv5K8-qD5ko7OwVric6BRusDFvtv8bZKveyM0Y-W_jM64jgh8mVqbYs002Ij2f7JrqJk-IglSyopKA6bm5F-KBSLpsPILEwg29-_iKFTMglbkSiPEdGYTJK8uNoCYfgsH5MSvM4qk4/s1600/15125-2-il-logo-della-giornata-contro-la-violenza-sulle-donne.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg-Mv5K8-qD5ko7OwVric6BRusDFvtv8bZKveyM0Y-W_jM64jgh8mVqbYs002Ij2f7JrqJk-IglSyopKA6bm5F-KBSLpsPILEwg29-_iKFTMglbkSiPEdGYTJK8uNoCYfgsH5MSvM4qk4/s400/15125-2-il-logo-della-giornata-contro-la-violenza-sulle-donne.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Io voglio parlare di un altro tipo di violenza, quella che
le donne fanno alle altre donne.<br />
<br />
La violenza psicologica di chi impone schemi in cui rientrare per essere “donna”,
prescrive “buona maniere”, stili di vita, ruoli.</div>
<div class="MsoNormal">
La violenza di chi ti dice cosa è giusto dire, fare, e come farlo. Di chi vuole
che si rimanga uguali a se stesse, perché è più comodo così. <br />
<br />
Una società in cui sono le donne a giudicare le donne, a renderle deboli e
vulnerabili quando non rientrano nel concetto di “donna” che tutta la società
si aspetta.<br />
<br />
Donna madre, donna femmina, donna delicata, donna curata, donna impeccabile in
tutti questi ruoli.<br />
<br />
Si può andare aldilà dei concetti di matriarcato o patriarcato, di sessista,
femminista e maschilista? <br />
<br />
Mi piacerebbe che per un giorno si andasse oltre certi paradigmi mentali che
aiutano poco a capire la realtà che evolve veloce sotto i nostri occhi. <br />
<br />
Le donne che oggi vogliono essere diverse, minacciano la morale comune e
sconvolgono modelli precostituiti, mettendo in crisi un intero sistema. </div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Questo fa paura, fa paura a tutti. Non solo agli uomini. <br />
<br />
Se l’uomo picchia e ammazza per riaffermare il suo potere, che lentamente si
sta erodendo, lo fa per paura, una paura che lo porta a sopraffare l’altro. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Bisogna andare a fondo, e capire dove nasce questa paura. Perché si ha paura di
un modello di donna che forse è cambiato, e non lo si vuole accettare. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E questo devono cominciare a farlo le donne stesse, interrogandosi quotidianamente su cosa sono e cosa vogliono essere. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Le stesse
donne che finalmente devo sentirsi libere nel profondo di essere ciò che sono
davvero, aldilà delle aspettative del mondo intero che hanno intorno. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Libere
secondo i propri valori e i propri credi, che devono essere frutto di scelte
consapevoli e personali. <br />
<br />
E’ difficile, forse non basta una vita, ma perché non provarci? </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Io non ho paura solo delle botte, ho paura anche di tutti
quei segni che restano dentro a vita, di tutto quello che questo mondo mi fa
scontare ogni giorno, solo per il fatto che sono donna. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1394370789433919364.post-89192955154428083842012-11-20T15:00:00.001+01:002012-11-20T15:13:24.242+01:00L'Italia dei soldati blu.Da Il caffè del 16 novembre 2012.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHQ5aFXEyoOOBPi_CFU9F3BlsWOmoW4ivr3Vca8wA8EQZzDz0ABczZIgdX1nBkwrbWTlEy2Ca4sS-tbTA3tX8ZbOEkAdUzoWZQD-PZAncDTKyCtHO4771_vVUHgYTyp29xA7iRynz-EwA/s1600/manganellate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHQ5aFXEyoOOBPi_CFU9F3BlsWOmoW4ivr3Vca8wA8EQZzDz0ABczZIgdX1nBkwrbWTlEy2Ca4sS-tbTA3tX8ZbOEkAdUzoWZQD-PZAncDTKyCtHO4771_vVUHgYTyp29xA7iRynz-EwA/s400/manganellate.jpg" width="400" /></a></div>
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Soltanto la settimana scorsa si è parlato della Grecia e delle proteste
contro le misure di austerity varate dalla troika. Ci si è chiesti quando anche
in Italia arriverà il momento di protestare, uniti oltre che arrabbiati o disperati.</div>
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Sembra che il momento in parte sia arrivato, il 14 novembre
è stato ribattezzato “giornata di proteste in tutta Europa”, l’Italia è stata
invasa da cortei di studenti, operai, sindacati, precari della scuola e non
solo. <br />
Si sono verificati anche episodi di violenza, ma la maggioranza delle persone,
come sempre, ha manifestato in maniera pacifica. </div>
<div class="MsoNormal">
Si sono viste forse troppe manganellate da parte della
Polizia, in tv ma soprattutto nei video e nelle foto amatoriali girate da parte
dei manifestanti e finite immediatamente online. Botte da parte della Polizia
spesso anche gratuite, come già nel nostro Paese è accaduto in passato. Scene
di guerriglia urbana tra manifestanti che gettano pietre o tentano di forzare
cordoni di sicurezza, e poliziotti che, protetti da tute e caschi, non sempre
sono in grado di controllare la propria forza, o più semplicemente hanno
ricevuto l’ordine “di agire”. Il come non è da sapere, come fu per il G8 di
Genova nel 2001.</div>
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</blockquote>
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<div class="MsoNormal">
Facebook è tempestato di immagini e foto di teste spaccate e
bocche sanguinanti provenienti da tutta Europa, tra cui persino quella di un
ragazzino minorenne manganellato alla testa in Spagna, che ha fatto molto
scalpore. Immagini da Roma, Torino, Bologna, Genova, Bari, Firenze, Napoli,
Milano, Palermo e tante altre città, di piazze piene e cortei, ma anche video e
foto di manganellate date a caso che fanno un po’ rabbrividire. </div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div class="MsoNormal">
Colpisce molto la
foto di un poliziotto che aggredisce con un manganello un giovane alle spalle
mentre cammina, percuotendolo alla testa, e un’altra in cui un giovane è
immobilizzato a terra da due poliziotti e un terzo lo colpisce in viso. </div>
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</blockquote>
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I feriti, però, non ci sono stati solo tra i manifestanti,
ma anche tra le forze dell’ordine, tant’è che il Ministro Cancellieri ha
espresso solidarietà alla Polizia, affermando: “<i>Le foto facciamole vedere tutte</i>”.</blockquote>
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Ovviamente quest’esternazione ha suscitato un bel po’ di polemiche, soprattutto
tra chi pensa che tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica non corrisponda a
picchiare indiscriminatamente. </div>
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Un commento lasciato da una utente sulla pagina Facebook di
Agora Vox Italia, sintetizza al meglio la situazione: “<i>Vorrei chiedere al Ministro se è legittimo mettere sullo stesso piano i
comportamenti di un individuo, magari violento ribelle esagitato (ammettiamolo
pure anche se non è certo), con quelli di un agente delle forze dell'ordine,
della Polizia di Stato, in servizio! Ho grande rispetto per le istituzioni, da
sempre, ma come cittadina esigo da esse un comportamento ineccepibile in
conformità con le regole di un paese democratico</i>.”</div>
<div class="MsoNormal">
Se è bene far vedere tutte le foto, è anche bene che i
poliziotti abbiano caschi numerati per essere identificati. Non è possibile
agire in maniera così anonima, senza alcun limite nell’esercitare “controllo”
attraverso armi pericolose come manganelli o lacrimogeni. Chissà cosa ne pensa
il Ministro Cancellieri.</div>
</blockquote>
Luisa Ferrara<br />
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EveyLuhttp://www.blogger.com/profile/00541878072219474599noreply@blogger.com0