lunedì 5 marzo 2012

No Tav e Valsusa.



Venerdì è uscito il mio ultimo articolo su Il caffè, settimanale indipendente casertano, in cui ho affrontato il problema dei No Tav e della questione Val di Susa, analizzando le proteste e i diversi punti di vista, anche attraverso il mondo del web. 
Il mondo del web è variopinto, infinito, esteso, non sintetizzabile, non è possibile dividerlo facilmente in categorie. E a mio avviso è scorretto e fuorviante usare denominazioni come "Il popolo di Facebook" o "Il popolo di Twitter". Per questa ragione, mi limito sempre a riportare degli esempi di dichiarazioni e pensieri che possano portare in sé il senso comune dei molti che scrivono e si esprimono, senza la pretesa di estendere a tutti quelle affermazioni. Mi concentro su frasi che provochino o che pongano domande importanti.

Detto questo, vi copio qui il mio articolo.

Buona settimana!


La Val di Susa è una valle alpina situata ad ovest di Torino nella parte occidentale della regione Piemonte.  Nel 1989, la Francia invita l’Italia ad unirsi alla sua rete di Tgv, il servizio ferroviario ad alta velocità e nel 1990 nasce il Comitato Promotore per l’Alta Velocità Torino-Lione. La Valle, già attraversata da una ferrovia, da un’autostrada e un elettrodotto, comincia a protestare. Dopo 12 anni non si è ancora fermata. La “Val di Susa” entra nell’immaginario collettivo come l’emblema della difesa della natura contro il un “progresso” pericoloso e considerato inadatto a quel territorio. La Val di Susa è il luogo, ma anche l’insieme degli abitanti, dei contadini e delle coscienze che popolano quelle terre. Ma il movimento No Tav come oggi lo conosciamo, nasce pian piano. Dapprima erano stati professori, tecnici, medici e tanti professionisti, oltre agli amministratori locali, ad aver mosso molte perplessità sul progetto, e a organizzarsi, ad esempio, nell’Associazione Habitat. Grandi manifestazioni e vari tentativi di farsi ascoltare in modo pacifico, non bloccano il progetto. Cominciano i primi sabotaggi e presidi permanenti: lo scopo è bloccare i lavori dopo la sigla dell’accordo nel 2001, ed evitare che la polizia sequestri le terre dei contadini, destinate, contro il loro volere, ad ospitare la Torino-Lione. Ogni giorno è lotta e scontro, talvolta guerriglia. Polizia e No Tav infuocano la Valle, incarnando lo scontro tra diritto dei cittadini e supremazia dello Stato.
Sulla Valsusa si divide anche l’Italia, come sempre accade per ogni questione importante. C’è chi è vicino alle sofferenze di quella gente, alle loro paure e alla loro richieste, anche se è a kilometri di distanza. C’è che crede che siano invece criminali facinorosi, e che si stiano opponendo a un progetto altamente tecnologico e fondamentale. Ci si divide senza ascoltare le ragioni, talvolta senza conoscere i fatti. E’ un po’ lo Sport nazionale, quello di avere un opinione su tutto pensando di avere sempre ragione. Ma aldilà di questo, è interessante notare come quel che accade a Torino ha coinvolto molti in Italia. L’incidente per cui ora è in fin di vita uno dei manifestanti, Luca Abbà ha scioccato tutti. L’uomo si è arrampicato su un traliccio dell’alta tensione ed è rimasto folgorato, facendo un volo di 15 metri. C’era un cantiere aperto, ed egli era riuscito ad entrare in quel terreno che era in parte ancora suo. Decine di manifestazioni  e presidi dal giorno successivo si sono costituiti in tutto il Paese in solidarietà di Luca Abbà, che ora è in gravissime condizioni.
Il Giornale, come spesso accade, col suo cinismo di cattivo gusto, ha titolato: “Altro che eroe  - Solo un cretinetti”, scatenando polemiche e proteste.

Luca Abbà (La Presse)

No Tav minacciano di bloccare strade e autostrade, e dai rappresentanti del Governo arrivano le solite risposte: “Isolare spinte estremiste” ha detto la Cancellieri. Intanto dalla pagina No Tav su Facebook consigliano di cercare i video su You Reporter, laddove su You Tube vengano censurati, e cercano conforto in “Canzone di Maggio” di De Andrè. C’è anche l’evento “Siamo tutti NO TAV! Mobilitazione a Napoli, grazie al quale il 27 febbraio, tra le vie centrali di Napoli, si riuniscono in solidarietà a Luca Abbà circa 200 persone, tra studenti e attivisti del Comitato contro la discarica di Chiaiano, del Laboratorio Insurgencia, e altri ancora.  Anche il Sindaco De Magistris ha mostrato la sua solidarietà, giudicando l’opera che si vuole costruire in Valsusa, “inutile, costosa e dannosa”. Dalla pagina “Restiamo Umani” postano un elenco dei presidi previsti in tutta Italia con rispettivi indirizzi e orari, e ci sono più di 50 città.
Da Twitter parte una sorta di telecronaca degli eventi, basta digitare #notav nella ricerca per saper cosa ne pensano Beppe Grillo, Sandro Ruotolo, Alessandro Sallusti e tante persone comuni. Sabina Guzzanti chiede di ascoltare la voce del leader dei #notav in fin di vita (Luca).  Selvaggia dà spazio all’amara ironia scrivendo: “I progressi di questo paese: dal No Cav al No Tav. Dall'olgettina a pecora al Carabiniere pecorella”, riferendosi alla storia del manifestante che ha dato della pecora ad un Carabiniere, arrestato e poi rilasciato. Nel frattempo gira un video shock di You Reporter in cui si vede la polizia sfondare la vetrina di un bar in cerca di manifestanti. Su You Tube è possibile trovare diverse assemblee del movimento, piene di signore coi capelli bianchi assieme a signori calvi e giovanotti che non sembrano poi così violenti, in cui si spiegano le ragioni No Tav. In una si chiede ai poliziotti di schierarsi con la popolazione, rifiutandosi di manganellare o caricare. Fa quasi tenerezza.  
Luisa Ferrara


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