martedì 13 novembre 2012

Grecia: le proteste che forse in Italia non avremo mai.

Da Il caffè del 9 novembre 2012

http://it.ibtimes.com/

Giorni di fuoco per la Grecia che protesta in piazza contro le nuove stringenti misure di austerità varate dalla Troika. Bruxelles chiede leggi che sistemino i conti pubblici e il Governo prova a rispondere. Ma la popolazione vede man mano aumentare la pressione fiscale, il tasso di disoccupazione, e soffre un generale impoverimento che sta stremando soprattutto le classe più deboli.
Così la Grecia è un Paese paralizzato, per il secondo giorno consecutivo, da uno sciopero generale: quasi 100.000 persone hanno invaso il 7 novembre la piazza ateniese di Syntagma, davanti al Parlamento, per protestare contro un provvedimento che obbligherà i greci ancora a enormi sacrifici.
Probabilmente “le vittime” delle misure proposte, grazie alla quali la Grecia potrà accedere a un’altra trance di aiuti di 31,5 milioni di euro, saranno ancora salari, pensioni, sussidi e impiegati statali, che perderanno il posto di lavoro.
La Grecia volta pagina”, ha dichiarato il  premier greco Antonis Samaras l’8 novembre, dopo l’approvazione delle misure, mentre il ministro delle Finanze, preoccupato e cosciente delle difficoltà che dovrà affrontare il suo Paese, ha affermato: “Se l'Europa chiede ai greci di compiere il loro dovere, anche noi, approvando il pacchetto delle misure di austerità, ci aspettiamo che a partire da domani l'Europa faccia il suo dovere nei confronti della Grecia”.
Come ogni tema caldo, viene sentito anche sui social network. E’ tutto un ritweet di #grecia e foto, delle immagini delle piazze invase dalla gente, dai lacrimogeni, dalla guerriglia urbana, dalla disperazione. Molti si chiedono quando anche in Italia ci avviliremo a tal punto, da manifestare così numerosi.
Altri si chiedono: “Cari giornali che ci avete ammorbato per mesi sulla storia Berlusconi-Ruby spacciandocela per notizia. Come mai non fiatate sulla Grecia?” oppure: “Grecia, scontri ad Atene contro austerity. Sondaggio: giusto scendere in piazza?”.
E ancora: “#Grecia, 60enne si uccide dopo la sospensione della sua pensione d'invalidità”, o notizie peggiori come: “#Crisi #Grecia, ‘Atene non paga, niente #medicine’. E il gruppo Merck interrompe la fornitura degli anti-tumorali”.
Non è sempre chiaro come sia possibile che, per salvare lo Stato, si affondino i cittadini. Salvare i conti e distruggere il welfare, qualcosa di incredibile, ma sembra sia l’unico modo per salvare la Grecia. Un Paese che in passato ha speso troppo e forse male, e che ora paga i conti.
Concludo con un tweet che fa venire i brividi: “Non siamo nella stessa situazione, dai. Diciamo che la Grecia è un'immagine dal futuro di quello che potremmo diventare.”
Speriamo non sia così.

Luisa Ferrara

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