lunedì 2 gennaio 2012

Il pubblico è privato.



Da il Caffè del 23 dicembre 2011 
Tempi di crisi uguale tempi di tagli. Questi ultimi anni di storia italiana, e potremmo aggiungere, post-Europea, hanno mostrato che purtroppo il nostro sistema di welfare non è al sicuro. L’istruzione, la sanità e il lavoro non ci sono per tutti. La nostra Repubblica Democratica Costituzionale è in profonda crisi, e forse tentenniamo ad accorgercene o ad ammetterlo. C’è un meccanismo paradossale e dannoso, per il quale nei tempi di crisi c’è una sorta di “proroga” ai diritti acquisiti. Che cosa sono i sacrifici tanto raccontati dai media, se non questo? Pagare tasse più alte dovrebbe servire ad avere migliori servizi. Invece i servizi calano e le tasse aumentano, perché, dicono, la crisi solo così può risolversi. Tassando, tagliando e poi, dicono sempre i signori del Governo Tecnico, poi possiamo pensare alla crescita. Ma un Paese senza lavoro, senza crescita economica e dunque sociale, dove pensa di andare a finire? Non falliranno le banche, non fallirà lo Stato con i suoi “ingannevoli” titoli, ma di questo passo si andrà verso una recessione senza ritorno. Speriamo non sia davvero così.

Nel frattempo spunta qualche ipotetica buona notizia qua e là: sembrerebbe che il Ministro Profumo sia intenzionato ad indire un concorsone per la scuola pubblica. Dopo ben 13 anni tornano i bandi per le cattedre di elementari, medie e superiori. "Voglio riaprire la scuola ai docenti giovani ed evitare di bloccare una generazione di neolaureati che oggi non ha alcuna possibilità di ottenere una cattedra", ha dichiarato il Ministro. A un primo conteggio sembrano essere 300.000 i candidati: nelle graduatorie ministeriali (chiuse e a esaurimento) nel 2011 si sono accumulati 244 mila abilitati all'insegnamento, e poi ci sono 30 mila "laureati abilitati" fuori da ogni graduatoria, ovvero gli aspiranti docenti bloccati dall'attuale prassi di reclutamento. Inoltre i Tirocini formativi attivi (Tfa) produrranno nel 2012 altri 20 mila "aventi diritto" a una cattedra. Bisogna però anche capire quanta gente andrà realmente in pensione nei prossimi anni, così da conteggiare il reale numero delle cattedre che si lasciano scoperte e possono essere  realmente affidate ai futuri vincitori di concorso. Secondo un conto fatto dai sindacati della scuola, le cattedre libere, grazie agli insegnanti che vanno in pensione, potrebbero essere circa 25.000 all'anno, ma la metà dovrebbe andare per legge ai precari. Quindi per le "forze giovani", a cui si rivolge il Ministro Profumo, si parla di circa 12.500 posti di lavoro. In tempi in cui la disoccupazione non smette di crescere, sono comunque cifre notevoli.  
Il ministro Profumo - foto da GQ.com


Su Twitter sono state diverse le reazioni: Stefano, ad esempio, dice di essere ancora giovane, seppur precario da tempo, e quindi “per giustizia” un posto deve esser suo. Franca chiede di sbloccare i TFA, mentre la CIGL scuola si dice dubbiosa, non si fida di tanti proclami. Per i più, questo concorso rappresenta un primo passo per fare qualcosa per la scuola, un primo grande passo. Svecchiare la classe docenti, e aumentarne il numero, in effetti, potrebbe migliorare anche la qualità dell’insegnamento. Si spera.
Del resto i precari, di cui quotidianamente ci arrivano storie e racconti, fanno una vitaccia. Risale a pochi giorni fa l’illuminante inchiesta di Repubblica.it sulla situazione delle scuole paritarie in Campania. Il reportage di Mario Reggio, fatto tra Caserta, Aversa e Santa Maria Capua Vetere, va ad approfondire una situazione vecchia e su cui tutti ormai chiudono un occhio, perché certe cose si sanno, ma non si vogliono cambiare, perché in fondo, seppur illegali, fanno comodo a tutti. Ma partiamo dal principio. In Italia tre scuole su quattro sono pubbliche. Nella provincia campana la proporzione è quasi ribaltata: ogni tre istituti, due sono privati. Caserta detiene il primato delle scuole paritarie, quasi 400 contro i 217 statali. Ma dietro a questo successo c'è spesso un “segreto inconfessabile”: buste paga apparentemente in ordine che nascondono stipendi in nero di poche centinaia di euro. E i professori accettano queste situazioni perché in fondo è l'unico modo per ottenere punti per i concorsi. Talvolta questi docenti, pur di accumulare punteggio, sono disposti alle mansioni più svariate e a lavorare molte più ore di quanto previsto. Secondo l’inchiesta sta esplodendo una sempre più fiorente “imprenditoria della conoscenza”, a cui guarda con interesse anche la Camorra. Luigi su Twitter si lamenta: “Ecco cosa ha fatto la Gelmini, anni di tagli, le pubbliche calano e i boom di iscritti alle scuole paritarie”. Daniele aggiunge: “Ecco come un’idea formalmente corretta diventa un disastro civile, sociale e sindacale”.
Altra notiziona che ho pescato nella pagina Facebook “Ciò che vedo in città”, è l’annunciato ritorno della mensa per i bimbi nelle scuole di Caserta città. Sembra che il Pio sindaco abbia trovato i soldi: “Sin dall'inizio dell'anno scolastico mi sono battuto affinché la popolazione scolastica non registrasse difficoltà. Mi auspico che in futuro non si registreranno altri disagi di questo genere, che purtroppo sono stati determinati dalla disastrosa situazione finanziaria che abbiamo ereditato". Auguri Sindaco!

Luisa Ferrara

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