mercoledì 22 febbraio 2012

Se fa più notizia un morto ammazzato.



Da Il caffè di Venerdì 17 Febbraio 2012


Le vele di Scampia - Wikipedia


Queste due prime settimane di Febbraio sono state intense dal fronte delle news sulla camorra. Scorrendo online le notizie da vari portali, talvolta minori, o da blog di varia natura, sono tanti i titoli importanti e le iniziative.
Nei primi giorni del mese, in particolare, è arrivata la notizia di un presunto coprifuoco dettato dalla camorra a Scampia. La giovane onorevole campana del PD Pina Picierno, organizza su Twitter una proposta di ribellione a questa imposizione che chiama “Occupy Scampia”. In poco tempo si diffonde, portando nel quartiere periferico a Nord di Napoli un po’ di gente e molte telecamere. Nel frattempo Sinistra Ecologia e Libertà fa un comunicato stampa in cui dichiara: “Sel Campania contro ogni coprifuoco dettato dalla camorra”, e Caldoro, dal canto suo: “Non avevo notizie di questo genere così come non le avevano il prefetto o altri, ma non mi meraviglio”.
Intanto Occupy Scampia sembra essere stato un flop: il 3 febbraio fa troppo freddo e c’è poca gente a manifestare, forse anche per una motivazione più profonda, che non è la banale indifferenza. Un interessante reportage su Fanpage.it ci racconta la vita quotidiana delle Associazioni che a Scampia lavorano e lottano sul territorio ogni giorno, cercando di salvare i giovani, coinvolgendoli in attività, come la musica, il ballo, il teatro. E scoppia il tam tam mediatico di una certa informazione secondaria o controinformazione: non quella che parla dei morti ammazzati, ma che parla della risposta della cittadinanza alla camorra. Nasce e cresce in pochi giorni il dibattito su Scampia, su come viene percepita dalla “borghesia esterna al quartiere”. E si scopre che alla fine non c’era nessun coprifuoco e gli stessi ragazzini che frequentano la mediateca dicono ai giornalisti: “Coprifuoco a Scampia? Twitter? Non sapevamo nulla. Nessuno si può permettere di dirci cosa fare e non fare. Quando vogliamo uscire di casa e venire qui nessuno ce lo può impedire”, leggo da Lettera43.it. Probabilmente Occupy Scampia, seppur colmo di buone intenzioni, si rileva un evento unico e isolato fatto da chi non conosce Scampia e la gente che quotidianamente resiste e lotta in un territorio così malfamato.

Colpisce e fa riflettere, in questo contesto, la lettera del musicista napoletano Maurizio Capone a Roberto Saviano su Facebook. Capone parla di Camorra, della sua supposta “etica” e della musica che l’accompagna, ricalcando la questione dei neomelodici vicini ai clan. Capone disquisisce di diversi argomenti, in un confronto bello e aperto con Saviano, con la semplicità, la schiettezza, la padronanza di chi però sta in strada con i ragazzi di Scampia tutti i giorni. E alla fine conclude: “Siamo deboli Robè, siamo deboli...perché alla fine fa più notizia un morto ammazzato che un bambino nato”. Vi consiglio di vedere l’ultimo intervento di Saviano sul sito della Rai nel programma Che tempo che fa, e leggere il suo articolo su Repubblica.it in cui racconta il mondo neomelodico, e infine leggere integralmente la lettera di Capone su Facebook nelle Note del suo profilo.
Tutto ciò è servito a rilanciare l’attenzione su Scampia: la gente vuole un vero quartiere, non un quartiere-fantasma, le associazioni chiedono la presenza delle Istituzioni, la rivalutazione di un territorio abbandonato, l’abbattimento delle Vele. Questa gente vuole la libertà di vivere la propria vita come fanno tutti gli essere umani, perché come ha scritto Maurizio Capone: “Essere contro la camorra non vuol dire odiare le persone che la compongono, vuol dire amare la libertà”.

Nel frattempo, nello stesso arco di tempo, sono tante e diverse le notizie che arrivano da Terra di Lavoro e che hanno per oggetto la criminalità organizzata campana. Da Antimafiaduemila.com si legge di un sequestro milionario al clan Mallardo, da Interno18.it dell’arresto del Sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria per presunti legami con la camorra, da Casertanews.it di un sopralluogo fatto a Chiaiano sul vigneto confiscato alla Camorra, della giornata della memoria in ricordo di Federico Del Prete, sindacalista anticamorra, e dell’incontro del Procuratore Guarriello con i giovani studenti del Diaz di Caserta, per parlare di impresa legale in terra di Camorra.
Sfogliando varie pagine web, ci si accorge di un’informazione variegata e importante riguardo la Camorra, e ci si imbatte anche in frasi tipo: “Camorra, business rifiuti, aumentano diossina e tumori”. Ovunque, da quotidiani online, a blog, a siti vari, possiamo leggere di un dossier shock sulla situazione inquinamento esplosiva in Campania, secondo il rapporto della Commissione Nazionale Antimafia. E’ evidente che certe notizie sono trasversali, e sembra che in Italia gli unici a non preoccuparsi della propria salute siano proprio i camorristi. Che abbiano più vite? Che siano indistruttibili, o peggio ancora immortali?


Luisa Ferrara 

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